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BGY Airport Granfondo apre all’arte

21 Marzo 2023

Redazione

La prima edizione della nuova BGY Airport Granfondo svela anche il suo livello artistico. L’evento granfondistico bergamasco, in programma domenica 14 maggio, ha infatti ripreso la partnership con la Fondazione Creberg per dare spazio, nell’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura, alle opere del versatile artista locale Emilio Belotti.

Artista poliedrico, Belotti ha affiancato alle doti di pittore e alla figura di docente di disegno e storia dell’arte, anche l’attività di lavorazione del vetro e l’arte musiva.  La sua passione per la storia dell’arte lo ha portato – su commissione della Fondazione Creberg che, per lui, ha organizzato importanti eventi itineranti – a reinterpretare grandi capolavori del passato, come quelli del pittore del ‘500 – anch’egli bergamasco – Giovan Battista Moroni, o quelli del veneziano Lorenzo Lotto, definito il “Genio inquieto del Rinascimento”.

 L’arte di Belotti è, secondo Angelo Piazzoli, Presidente della Fondazione Credito Bergamasco, “gestita in modo intelligente e garbato, rispettoso e innovativo: l’artista non riduce il suo lavoro a un confronto con ciascun capolavoro originale, ma ne rilegge con sguardo contemporaneo l’opera di partenza, attraverso un uso libero ed emozionale del colore che mira a creare nuove narrazioni accentuando il senso plastico e la geometria strutturale della composizione.”

 Alcune delle opere realizzate saranno presentate alla conferenza stampa di presentazione dell’evento, in programma giovedì 12 aprile presso la sede del Credito Bergamasco BANCO BPM, in Sala Traini, e rese disponibili al pubblico anche nel weekend di gara (13-14 Maggio) presso il Villaggio Espositivo del Lazzaretto, base logistica della BGY Airport Granfondo.

La BGY Airport Granfondo è in programma domenica 14 maggio 2023 (Credits: Tornanti.cc)

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 BGY Airport Granfondo e Fondazione Creberg tornano a promuovere l’arte bergamasca: l’artista scelto per il 2023 è il poliedrico Emilio Belotti, qui con l’opera “La particella di Dio” (Credits: Fondazione Creberg)