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Integrazione 29 Aprile 2025di Federica Sorrentino

Caironi e Tapia al Giubileo persone con disabilità

Martina Caironi e Oney Tapia, campioni paralimpici di atletica leggera, sono intervenuti a Roma in occasione del Giubileo delle persone con disabilità (28 e 29 aprile a Roma) per portare la propria testimonianza di atleti sulla ruolo che lo sport riveste in termini di inclusione e rinascita. il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale della Santa Sede, insieme alla Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport e con la collaborazione del Comitato Italiano Paralimpico e dell’Università LUMSA, ha promosso il convegno “Sport paralimpico generatore di Speranza”, patrocinato dall’Ufficio nazionale per la Pastorale del Tempo libero, Turismo e Sport della CEI, dal CSI Roma e dall’Osservatorio Italiano Non Profit.

Nella Sala Giubileo della LUMSA sono intervenuti, tra gli altri, il rettore Francesco Bonini, il ministro delle disabilità Alessandra Locatelli, del responsabile dello sport del Dicastero per la Cultura ed Educazione della Santa Sede don Miguel Cardoso, il sottosegretario della CEI don Michele Gianola, Suor Alessandra Smerilli, docente di economia politica e statistica presso la Pontificia facoltà di scienze dell’educazione Auxilium, il presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli e due grandi rappresentanti del mondo paralimpico, Martina Caironi, pluricampionessa mondiale e paralimpica di atletica, e Paolo DongDong Camanni, campione di judo. 

“Il Giubileo della disabilità rappresenta l’occasione per parlare di disabilità in termini di forza e speranza per il futuro – ha dichiarato il Ministro delle disabilità Alessandra Locatelli – le istituzioni pubbliche, i privati, il terzo settore devono lavorare insieme per eliminare le barriere fisiche e soprattutto mentali. E’ necessario garantire a tutti gli stessi diritti e condizioni di vita migliore. Questa è la grande sfida da vincere come Paese, costruire un mondo migliore anche attraverso lo sport”. 

“Un diritto è tale se si mettono le persone nelle condizioni di esigere quel diritto. Lo sport è generatore di comunità, integrazione, formazione, e credo che nel mondo della disabilità questo si esprima nel miglior modo possibile, perché lo sport non è solo risultato sportivo ma molto di piu, è un agente di trasformazione sociale. Il mondo paralimpico è in grado di accendere i riflettori anche su chi non andrà a un Paralimpiade”, ha spiegato il Presidente del CIP Luca Pancalli. 

“Essere un modello per gli altri è bello, positivo, ma non sempre è facile perché abbiamo le nostre imperfezioni. È bello che attraverso lo sport possiamo infondere motivazione e desiderio di migliorarsi. Quello che dà lo sport è creare la migliore versione di sé stessi”, ha osservato Martina Caironi.

Nella capitale un altro campione paralimpico bergamasco, Oney Tapia, ha portato la sua testimonianza al convegno nazionale “«Noi» pellegrini di speranza”, che si è svolto al Centro congressi “Augustinianum” e si è concluso con un pellegrinaggio alla Porta Santa. La forza delle testimonianze degli atleti paralimpici BeBe Vio ed Oney Tapia ha trasmesso ai presenti la carica vitale per affrontare ogni difficile condizione con rinnovato slancio e senza paura sapendo che, in fondo, l’essere disabili non è una diminutio ma una ricchezza per tutta la società.

Martina Caironi con Suor Alessandra Smerilli e Paolo DongDong Camanni alla LUMSA (credits: LUMSA)

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Oney Tapia intervistato al Centro Congressi Augustinianum di Roma (immagine dal profilo Fb di Oney Tapia)