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Outdoor 16 Ottobre 2025di Marco Enzo Venturini

Charles Leclerc ha 28 anni e un destino ancora da scrivere

Un compleanno festeggiato nel paddock, dato che coincide con il giovedì di inizio lavori verso il Gran Premio degli Stati Uniti sul circuito di Austin (che quest’anno prevede anche la Sprint Race al sabato). Ma per Charles Leclerc il giorno delle 28 candeline sulla torta non potrebbe essere più agrodolce di così. Tanti i necessari bilanci che il monegasco della Ferrari è costretto a fare, sia riflettendo sul suo amaro 2025 che allargando il campo.

Appare quasi simbolico che la ricorrenza del compleanno cada proprio all’arrivo di Leclerc in quel di Austin. Il COTA (o Circuit of the Americas) rappresenta infatti il teatro della sua più recente vittoria in Formula 1, che a sua volta lunedì prossimo compirà un anno. Chiaro che la Ferrari e in particolare il suo uomo bandiera sperino di interrompere questo incantesimo che si trascina da tutta la stagione su una pista che appena 12 mesi fa si rivelò tanto favorevole. E la riprova arrivò da Carlos Sainz, che si classificò secondo per una splendida doppietta rossa. La sensazione però è che la mente del monegasco stia andando anche oltre, per la prima volta dal suo arrivo a Maranello.

Leclerc ha 28 anni: l’età della maturità per un pilota di Formula 1, che peraltro negli ultimi anni ha visto l’orologio biologico dei campioni arretrare vertiginosamente e – per Charles – pericolosamente. Ayrton Senna, classe 1960, conquistò l’iride per la prima volta nel 1988: il calcolo è facile. Alain Prost ci riuscì a 30 (nel 1985, lui nato nel 1955) ma dopo aver perso il titolo all’ultima gara nei due anni precedenti. Niki Lauda divenne campione del mondo a 26 anni (era il 1975, l’austriaco nacque nel 1949). E questi sono i grandi nomi del passato. Avvicinandoci ai giorni nostri, l’età dei primi exploit delle leggende del Circus si assottiglia: Michael Schumacher aveva 25 anni nel 1994, Fernando Alonso 24 nel 2005, Lewis Hamilton 23 nel 2008, gli stessi di Sebastian Vettel nel 2010. Max Verstappen nel 2021 ne aveva 24. E i due principali candidati al mondiale 2025, Oscar Piastri e Lando Norris, hanno rispettivamente quattro e due primavere meno del «Predestinato», come lo si chiama da ormai oltre sei anni.

Il tutto nacque infatti nel 2019, anno in cui Charles divenne il primo prodotto della Ferrari Driver Academy a ottenere un sedile fisso per un’intera stagione di Formula 1. Quell’anno, complice il declino prestazionale che aveva già iniziato ad attanagliare Vettel, lo vide conquistare le prime due vittorie in carriera in due weekend tutt’altro che casuali. A Spa, in Belgio, all’indomani della tragica scomparsa del suo amico Anthoine Hubert, e a Monza davanti al popolo ferrarista in tripudio. Quel Leclerc non ancora 22enne divenne in un lampo la nuova certezza e la grande speranza per il futuro di chiunque abbia il Cavallino nel cuore. Peccato che gli anni successivi abbiano raccontato tutt’altro cammino per la sua carriera.

Leclerc ha dato seguito alle aspettative quanto a velocità pura, come dimostrano le 27 pole position all’attivo, e per quanto riguarda caratteristiche come talento, grinta, appartenenza, combattività, voglia di gettare il cuore oltre l’ostacolo. Caratteristiche tanto importanti per diventare un beniamino dei tifosi, quanto purtroppo intangibili in pista. La Formula 1 è uno sport spietato, in cui alla fine solo i risultati contano. E i risultati ricordano che il monegasco, da quel 2019 pieno di speranze, ha aggiunto solo altre sei vittorie al suo personale bottino. E nelle classifiche mondiali di fine anno vanta solo una seconda posizione (strappata a Sergio Perez nell’ultima gara del 2022) e per il resto una terza, una quarta, una quinta, una settima e un’ottava. Impossibile non giustificare questi opachi piazzamenti: le ultime stagioni hanno visto la Ferrari sbagliare un progetto tecnico dopo l’altro. Il vero problema è però il palmarès di un pilota considerato da tutti, e con ragione, un vero prodigio al volante. Ma la cui bacheca resta pericolosamente poco occupata da grandi trofei, mentre gli anni continuano a passare.

Lo dimostra lo stesso Leclerc: con il linguaggio del corpo e con le dichiarazioni, quelle ufficiali e soprattutto quelle a caldo, rivolte in pista dalla macchina al muretto box. Parole che sempre più spesso somigliano a frecce avvelenate, ancora più dolorose perché scoccate dall’arco di un pilota da sempre coerente e infaticabile nell’affermare il suo imperituro amore verso la Ferrari. Intanto però il coetaneo Verstappen è un quattro volte campione del mondo, e Austin potrebbe sulla carta rimetterlo in gioco anche per il quinto. Charles continua a guardare sullo sfondo, e ad aspettare il suo momento. Ma il destino del «Predestinato» viene spostato sempre più in là, anno dopo anno. Tanto da dare vita alle prime, grande preoccupazioni nel popolo ferrarista: non è che quella clausola contrattuale datata 2026 possa rappresentare l’ultima tappa in rosso di Charles? E che i trent’anni, che arriveranno nel 2027, possano rappresentare il vero momento della sua consacrazione, proprio come l’altro campionissimo francofono Alain Prost? Il quale, guarda un po’, in quel già citato 1985 era al volante di una McLaren.

Charles Leclerc ha festeggiato il compleanno sul circuito di Austin (credits: Scuderia Ferrari)