Sono trascorsi cinque anni dalla scomparsa di Mino Favini, che l’Atalanta non a caso definisce “grande maestro di vita”. Una indimenticabile figura, persona generosa e gentile che alle doti di talent-scout ha associato l’insegnamento di una filosofia di valori e comportamento. “Scrivere che il calcio è stata la sua passione, soprattutto a livello di settore giovanile dove ha scoperto e lanciato tanti talenti, è superfluo. Gli insegnamenti, la gentilezza e il sorriso di Mino Favini ci accompagnano sempre” – si legge nel ricordo pubblicato dall’Atalanta nel quinto anniversario della scomparsa. Per oltre vent’anni, dalla metà degli anni 90 al 2015, Mino Favini è stato responsabile del Settore giovanile atalantino e a lui è dedicata l’Accademia che ha sede al Centro Sportivo Bortolotti di Zingonia. Il “Mago di Meda”, com’era soprannominato, ha contribuito a fare del vivaio nerazzurro uno dei più importanti a livello europeo, un caso di studio e un esempio da esportare. Favini metteva al primo posto il fattore umano, comprendendo che questo aspetto avrebbe fatto la differenza sia nella maturazione tecnica che a livello personale dei calciatori in erba.
Mino Favini per oltre vent’anni responsabile del settore giovanile Atalanta (credits: atalanta.it)