Potrebbe esserci una finale tutta italiana, ma anche una domenica senza azzurri. Sarebbe la prima volta nella storia del Trofeo AZIMUT di Bergamo (15.000$, terra battuta). Gli incastri del tabellone hanno fatto sì che i due azzurri rimasti in gara, Gianluca Cadenasso e Alessandro Pecci, debbano affrontare altrettanti stranieri. Ma non è un caso che alle battute finali siano arrivati Juan Pablo Paz e Andrej Martin, di gran lunga i giocatori dal passato più importante tra quelli in gara al Tennis Club Città dei Mille. Soprattutto lo slovacco, giocatore dalle frequentazioni decisamente nobili. Sebbene abbia 35 anni, ha mostrato la sua classe e una superiorità abbastanza netta contro Carlo Alberto Caniato. L’azzurro di Ferrara, classe 2005, è in crescita e ha destato un’ottima impressione, tuttavia nulla ha potuto contro un Martin che sta trovando la giusta condizione, giorno dopo giorno. L’impressione è che a inizio torneo fosse più vulnerabile, mentre il 6-3 6-3 con cui ha superato Caniato lo rende favorito per la semifinale contro il 23enne Alessandro Pecci (in campo non prima delle 14, dopo la finale del doppio). Tra l’altro, Martin si trova decisamente a suo agio sulla terra battuta: vi ha giocato l’unica finale ATP in carriera (Umago 2016), e vi ha raggiunto il terzo turno al Roland Garros, sempre nel 2016.
Juan Paolo Paz, uno dei due stranieri nelle semifinali del Trofeo Azimut (Ph: Mario Rota)