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Outdoor 24 Ottobre 2025di Marco Enzo Venturini

F1 in Messico, Verstappen pronto a spaventare Piastri

Austin è alle spalle, anche se è trascorsa appena una settimana dal Gran Premio degli Stati Uniti. Ma gli effetti della gara texana si sono trasferiti anche a Città del Messico, sede della prova iridata in programma per questa settimana: la ritrovata fiducia in casa Ferrari che ora deve sfociare in un seguito ancora più luminoso, ma soprattutto un trend che sembra ora favorire nettamente il recupero di Max Verstappen sulle teoricamente ancora favorite McLaren. Del resto Oscar Piastri conserva ancora 40 punti di vantaggio sull’olandese della Red Bull. Che però ora l’ha messo definitivamente nel mirino, e il leader della classifica iridata lo sa.

Per lui, che a 24 anni si ritrova per la prima volta catapultato nel ruolo sia di candidato d’obbligo numero uno a laurearsi campione del mondo e conseguentemente di preda braccata dagli inseguitori, è il momento di una prova di forza e soprattutto di maturità. «Nelle ultime gare il mio vantaggio si è ridotto un po’, ma il mio approccio non cambia anche ora che Lando e Max si sono avvicinati – ha garantito Piastri -. La mia attenzione resta concentrata sull’obiettivo di essere il più veloce in pista in tutto il weekend. Se ci riuscirò, tutto il resto avrà meno importanza. Poi è chiaro che la gente preferisca le storie di chi si trova a rimontare, io però preferisco avere il vantaggio in classifica che ho. E mi ritengo in grado di vincere un campionato, non in Formula 1 ma in passato l’ho già fatto. Con Lando, poi, ripartiremo da zero dopo l’incidente di Austin nella Sprint Race. Lì credo ci sia stata la mia responsabilità, ma non ci sono più ripercussioni».

Verstappen, dal canto suo, vuole portare fino in fondo ciò che è stato in grado di costruire da Zandvoort in poi, con gli oltre 60 punti recuperati su Piastri. Sa, però, che dovranno ancora una volta allinearsi tutti gli astri: «Se vogliamo lottare per il titolo, ci servono ancora dei weekend perfetti. Quindi anche in Messico dovremo partire alla grande sin dal primo giorno. Questa pista dovrebbe adattarsi alla Red Bull, perciò dovremo curare al meglio la gestione di gomme e aderenza. Poi correre in altura è sempre una sfida, condizionerà tutti».

D’altra parte il Gran Premio di Città del Messico, da quando si chiama così, ha visto tre vittorie consecutive proprio di Verstappen. Un filotto perfetto fino al 2024, quando a prevalere fu Carlos Sainz in quella che resta il più recente successo ottenuto dalla Ferrari in Formula 1. Quel giorno sta quindi per compiere un anno, e il Cavallino ha tutte le intenzioni di interrompere un incantesimo malsopportato da tutti. A partire da Charles Leclerc, mai particolarmente fortunato qui, e da Lewis Hamilton che si aggiudicò invece due edizioni del «vecchio» Gran Premio del Messico. La più recente delle quali, però, risale all’ormai lontano 2019.

Il buon podio di Leclerc al Gran Premio degli Stati Uniti, seguito dall’altrettanto promettente quarto posto di Hamilton, suggerisce però una possibile ulteriore ripresa Ferrari anche in Messico. Tanto più che Austin ha suggerito un’importante novità per la SF-25: la possibilità di abbassare finalmente il fondo della vettura senza incorrere nel rischio di una penalità. Uno dei tanti aspetti che ha sfavorito le monoposto del Cavallino nel corso di questa stagione sembra quindi finalmente appartenere al passato.

Un aspetto che però ora deve trovare il suo seguito in pista, anche perché i numeri iniziano ad essere molto pesanti per entrambi i piloti del Cavallino. Hamilton, mancando il podio anche in Texas, è arrivato a quota 19 gare in Ferrari senza concluderne nemmeno una nei primi tre: nessuno era mai andato così male nella storia del team, visto che il peggiore fino alla scorsa settimana era ancora Didier Pironi che si sbloccò proprio nella diciannovesima occasione vincendo il controverso Gran Premio di San Marino del 1982. Intanto i media inglesi iniziano a ribollire per il presunto malcontento del sette volte campione del mondo, che secondo i connazionali si sentirebbe inascoltato a Maranello a vantaggio del compagno di squadra Leclerc che pure in carriera ha vinto molto meno di lui. Il monegasco dal canto suo nelle ultime settimane è parso per la prima volta propenso a cambiare aria già a fine 2026 se non arrivasse una svolta. Motivo in più per cui il terzo posto di Austin può aver rappresentato ben più di una semplice boccata d’ossigeno.

Ora però occorre ulteriore continuità, possibilmente con un segnale chiaro e inequivocabile per tutti: una vittoria. Leclerc la insegue da ben 24 Gran Premi, un filotto che ha già vissuto addirittura tre volte dal suo arrivo a Maranello e che chiaramente va interrotto da un aspirante campione del mondo. L’astinenza dal successo di Hamilton, invece, come già detto non ha precedenti nella sua intera carriera. Non il tipo di record che lui e soprattutto la Ferrari speravano di fissare nei libri di storia un anno fa, e la pista dove vinse per ultimo il suo predecessore Sainz può rappresentare la perfetta chiusura di un cerchio da mettersi quanto prima alle spalle. Avversari permettendo, e soprattutto se Verstappen e le due McLaren fossero troppo impegnati a marcarsi a vicenda. Ma non sarà facile.

Max Verstappen è distaccato di 40 punti da Oscar Piastri, leader del mondiale piloti F1 (credits: Oracle Red Bull Racing)