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Gasperini e l’Atalanta, una storia di valori

12 Ottobre 2024

Federica Sorrentino

“Il successo non è solo alzare le coppe”, un mantra che si lega al proverbiale “nel calcio si vince o si impara”. Così Gian Piero Gasperini si è mostrato a 360 gradi sul palco del Festival dello Sport di Trento, dove ha iniziato il talk a lui dedicato parlando dell’Europa League vinta a Dublino il 22 maggio scorso. Un successo arrivato esattamente 14 anni dopo l’ultimo conquistato da una squadra italiana in Europa, ovvero quello dell’Inter di Mourinho in Champions League. Gasperini ha confessato di avere affrontato la finale con fiducia e che l’Atalanta avrebbe messo in difficoltà il Bayer Leverkusen, imbattuto e dato per favorito. E a proposito dell’impresa storia, l’allenatore nerazzurro ha ribadito che il risultato non può essere valutato solo in base alla vittoria di un trofeo o di uno scudetto, ma consiste nella capacità di migliorarsi ogni giorno e gli errori non devono causare frustrazione ma servono a fare meglio. Gasperini ha ripassato la sua carriera di allenatore, iniziata con i ragazzini e passata attraverso promozioni, e raccontato di avere scelto l’Atalanta perché intravedeva la possibilità di lavorare con i giovani. “La mia fortuna è stata la bravura del presidente che ha retto dopo un avvio difficile con 4 sconfitte su 5. Poi c’è stata la vittoria sul Napoli, con una squadra composta da tanti giovani, e altre 8 di fila. Lì abbiamo acquisito fiducia e tutto è stato più facile”. Gasperini ha confessato di avere fatto suo lo spirito di appartenenza a Bergamo, “una città piccola rispetto ad altre piazze della Serie A, ma che dispone di un gioiello come il Gewiss Stadium, frutto di 8 anni di lavoro e voluto fortemente dal presidente Antonio Percassi”. 

All’estero ci sono degli stadi meravigliosi che costeranno delle cifre pazzesche. Non so come si possano trovare queste risorse. Noi siamo rimasti indietro su questo aspetto ma gli stadi continuano a essere pieni e questo è un bel segnale”. E a proposito di stadi, ha ricordato la soddisfazione di vincere ad Anfield con il Liverpool. “Quando è finita la partita abbiamo ricevuto un applauso da tutto il pubblico. È difficile che questo accada in Italia: c’è ancora tanta maleducazione”. “L’Atalanta che fa più male dal dentista? È una cosa detta da Guardiola quando abbiamo giocato contro il Manchester City nel primo anno di Champions. L’Atalanta in Europa è diventata più che fastidiosa”. Altra grande soddisfazione per Gasperini è avere portato l’Atalanta in Champions, a confrontarsi con le squadre più forti in assoluto, ed esserci ritornati quasi subito. “Quest’anno c’è una nuova competizione con una formula sperimentale, si giocano molte più partite. Si cerca di aumentare lo spettacolo, ma non sempre ci si riesce. Giochiamo ogni tre giorni e non so se anche questo sia una causa a livello di infortuni. Faccio fatica a dare delle risposte nette. Noi ci stiamo adattando”. Poi il discorso si è spostato sui giocatori che hanno contribuito a fare grande l’Atalanta. E’ stato citato Papu Gomez, che Gasperini ha definito un giocatore straordinario, trasformatosi da esterno offensivo a tuttocampista. “Lui aveva grande qualità e intelligenza calcistica. Quando la mia strada e quella del Papu si sono divise ci ho anche sofferto, è normale. Si devono fare delle scelte e se metti sempre davanti la squadra, qualche volta le scelte sono dolorose”. Gasperini è stato assalito da un pizzico di commozione nel parlare di Josip Ilicic. “Dopo Valencia era un giocatore che forse era candidato al Pallone d’oro, o comunque nei primissimi. Quando subentra la depressione diventa tutto difficile. La cosa è andata avanti per un po’. Ogni tanto aveva dei barlumi di classe. Ha avuto dei momenti di grande difficoltà, ma poi era tornato alla normalità ma purtroppo non più con le stesse prestazioni”. Quella attuale è la nona stagione di Gasperini alla guida dell’Atalanta. “Da quando sono qua ho già avuto almeno 3 Atalanta diverse. Come ogni anno, strada facendo capiamo dove possiamo arrivare. Certo, abbiamo cambiato tanto, ma sono contento di come sta andando”. Una chiacchierata che ha messo in risalto il forte legame che lega Gasperini alla città di Bergamo, lo stesso che unisce la squadra di bergamaschi. Un connubio invidiabile, soprattutto perché, come ha sottolineato l’allenatore, “la mia idea è stata seguita dal club e piace alla gente”.

Gian Piero Gasperini durante il talk al Festival dello Sport di Trento, dove ha dialogato con il giornalista Andrea Elefante (screenshot – credits: ilfestivaldellosport.it)