Sorride Gian Piero Gasperini. Per la rotonda vittoria sul Monza e per il quinto posto che riporta la Dea in Europa League.
“È stata una stagione di record, siamo sempre stati tra le prime sette. L’aver raggiunto l’Europa è un grande traguardo. L’anno scorso non ci siamo riusciti per poco, quest’anno siamo arrivati quinti davanti alla Roma”, tira le prime somme il tecnico nerazzurro. Che sorvola ancora sul suo futuro, partendo dalla considerazione che l’asticella si alzerà.
“L’anno prossimo ci sarà una competizione durissima come l’Europa League e l’Atalanta ci arriverà da testa di serie. E anche il campionato sarà durissimo. Anche il mercato sarà più difficile. Io ho delle sensazioni, che sono le mie, e devono combaciare, altrimenti per un allenatore è tutto difficile: io quest’anno non vedevo una squadra da Europa League e c’è stata un’esasperazione eccessiva su ogni risultato, se vincevamo sembrava scontato e se perdevamo erano polemiche e io questo clima avrei voluto che fosse affrontato. La società negli ultimi tre anni ha fatti degli investimenti importantissimi, spendendo cifre enormi. Alcuni giocatori li ho valorizzati, altri li ho tenuti in panchina e questo è stato un problema. Proprio per questo, per una questione di correttezza, non ho voluto prolungare il mio contratto perché non voglio cadere in questo aspetto. Su queste cose bisogna prendere delle posizioni. Io lavoro per l’Atalanta, faccio solo scelte tecniche e lavoro per migliorare i giocatori dell’Atalanta. Non ho mai indicato sul mercato nessun giocatore e mi sono sempre occupato della squadra, lasciando agli altri di occuparsi del mercato e ho cercato di valorizzare tutti quelli che mi hanno preso sul mercato, non c’è un giocatore che sia stato acquistato che non provato. Ma devo fare delle mie valutazioni, altrimenti poi nascono delle difficoltà e dopo sette anni ci può essere un momento in cui dici ‘come la pensiamo su tutto?’.”
Nemmeno l’ovazione tributata dal Gewiss Stadium ha scaldato il cuore del tecnico torinese, che a riguardo ha sottolineato: “L’affetto della gente mi riempie di felicità ed è una cosa che pesa moltissimo. Io con tutta la società ho un grandissimo rapporto. Non è da tutti avere ricevuto l’affetto che ho ricevuto a Bergamo ma questo mi carica di aspettative che io non voglio tradire. Bergamo è una città piccola e non può avere i numeri delle grandi piazze, ma gode della grande compattezza di tutto l’ambiente, una compattezza tra squadra, società e tifosi che va difesa, perché se si rompe questa compattezza l’Atalanta si indebolisce: questo è un valore superiore a tutto il resto e se si rompe l’Atalanta non va da nessuna parte”.
Gasp proiettato sul futuro. Ma c’è tempo di archiviare le ultime fatiche di campionato.
“Contro il Monza abbiano fatto bene. Nel primo tempo abbiamo fatto bene, abbiamo pressato bene. Poi una volta che loro sono rimasti in dieci la partita è stata più facile. Koopmeiners? Ha fatto una grandissima partita in una posizione in cui si è adattato in queste ultime quattro o cinque partite in cui abbiamo dovuto cambiare modo di giocare”.
Chiosa sul cartellino rosso ricevuto dal signor Di Bello: “Questa mia espulsione veramente non ci sta, per la verità è stata colpa di Mirko Moioli (il team manager), io ho solo detto che nel gioco del calcio non esiste un fallo del genere, poi Mirko ha ricordato che due minuti prima c’era un rigore per noi e a quel punto ha espulso me, purtroppo con questo arbitro abbiamo dei precedenti già dall’anno scorso. Ma noi non ci portiamo mai dietro nulla, finisce la partita e si pensa a quella dopo”, ha concluso Gasp.