Gli applausi di Klopp alla curva Pisani come un trofeo

Fabio Gennari |

C’è un posto, intimo, dove i sogni diventano sempre realtà. Dove nessuno ha paura di dirsi “posso farcela”, dove non c’è sconfitta, dove le emozioni che provi sono la prima vittoria che tocchi. Che vedi. Che vivi. È il cuore, quel motore che ci permette di stare in vita e di assaporare, coccolare, accarezzare e farci travolgere da sensazioni e momenti che non tornano una seconda volta. Sono unici. Indissolubili. Nel bene e nel male. 
Giovedì 18 aprile 2024 l’Atalanta ha perso 1-0 con il Liverpool in casa ma ha superato il turno di Europa League. Un passaggio importante, un obiettivo che sembrava impossibile. Buttare fuori dalla seconda competizione europea i più forti? Figurati. Ed invece, in 180 minuti che mai si erano vissuti sul piano delle emozioni, è successo. Quello che si è vissuto sui gradoni del Gewiss Stadium non è possibile raccontarlo. Andava vissuto. Quando sei in mezzo a migliaia di persone e senti la carne del tuo vicino di posto che vibra come la tua, significa che sta accadendo qualcosa di grande. 
L’Atalanta ha superato il turno così come i suoi tifosi hanno spinto il gruppo all’impresa. Con lo stesso impeto. Con lo stesso spirito. Oltre 14mila indemoniati che hanno reso, minuto dopo minuto, l’aria dell’impianto orobico irrespirabile per i campioni inglesi. 
Al fischio finale, perfino Klopp è andato sotto la Curva Pisani a battere le mani. Questo ha vinto trofei e guidato una squadra di campioni in stadi che fino a qualche anno fa ci sognavamo. A Bergamo, con il cielo illuminato dai fuochi d’artificio, ha guardato in faccia chi lo aveva appena sbattuto fuori dall’Europa League e ha battuto le mani. Dicono che la grandezza delle persone si vede dai gesti prima che dalle parole. Siamo evidentemente di fronte ad un grande.  
Quello che resta della magica notte in cui la Dea ha mandato a casa i Reds sono una serie infinita di emozioni che non andranno mai via da cuori che in una notte di primavera, sotto il cielo stellato e con Città Alta a fare la guardia, hanno toccato il punto più alto della storia atalantina. Consapevoli che qualcosa di ancora più bello può arrivare. Che un altro pezzo di storia è ancora da scrivere. 

Jurgen Klopp batte le mani alla curva nord del Gewiss Stadium. Un gesto di grande sportività (credits: atalanta.it)

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