La storia dell’ultimo mezzo secolo dello sport bergamasco con gli sci stretti ha fatto capolino alla Biblioteca dello Sport “Nerio Marabini” di Seriate nel quadro degli incontri rievocativi di imprese e protagonisti delle Olimpiadi invernali. La serata dal titolo “I Giochi del Fondo” ha riunito Giulio Capitanio e Fabio Maj di Schilpario, i fratelli Renato e Fabio Pasini di Gazzaniga. Pagine di romanzi sportivi che sono rimaste scolpite nelle memorie di chi le ha vissute e rivivono nei racconti che Paolo Marabini ha riassunto nel libro “Bergamo Olimpica Invernale”.
Giulio Capitano, classe 1952, ha esordito a Innsbruck 1976, replicando la sua partecipazione alle edizioni dei giochi invernali a Lake Placid 1980 e Sarajevo 1984, quelli dell’oro della selvinese Paola Magoni nello slalom. Uno sportivo vero, legato alla tecnica classica, che lo ha fatto primeggiare a livello nazionale e ben figurare nello scenario mondiale dominato da scandinavi e russi. Essere alle olimpiadi ha rappresentato un traguardo di grande valore (meglio esserci da ventiduenne, sia ben chiaro – dice Capitanio) e lo si è capito quando i compaesani di Schilpario si sono ritrovati intorno alla tv solo per vederlo gareggiare insieme ai grandi dello sci di fondo.
Fabio Maj è arrivato nell’élite azzurra nel periodo più aureo con l’avvento dello skating. Due partecipazioni ai Giochi Olimpici, Nagano ‘98 e Salt Lake City 2002, entrambe le volte sul secondo gradino del podio in staffetta. Un oro mancato per pochissimi secondi nel 98, insieme ad Marco Albarello, Fulvio Valbusa e Silvio Fauner; l’argento replicato quattro anni dopo, con Giorgio Di Centa, Pietro Piller Cottrer e Cristian Zorzi.
A Fabio Maj è succeduto Renato Pasini, ora responsabile della squadra B femminile azzurra dello sci di fondo, che ha partecipato ai Giochi di Torino 2006 e poi a Vancouver 2010 insieme al fratello Fabio con il quale era arrivato secondo nella team sprint pre olimpica. Fabio e Renato Pasini sono stati i primi fratelli a gareggiare in una gara olimpica di sci di fondo. Fabio, che ha gareggiato fino ai 38 anni, ha vissuto anche l’esperienza di Sochi 2014 e avuto dalla sua una costanza agonistica tenendosi ben lontano dai riflettori.
Giulio Capitano, Fabio Maj, Renato e Fabio Pasini con Paolo Marabini alla Biblioteca dello Sport “Nerio Marabini (credits: Pernice Editori)





