Dopo un momento di riflessione, utile a lasciare sedimentare emozioni e pensieri, Ilaria Galbusera, capitana della Nazionale di Pallavolo Femminile Sorde, rompe il silenzio con parole forti, sincere, cariche di emozione: “Questa volta le parole facevano davvero fatica a uscire”. Un segnale dell’intensità della sua ultima esperienza in questo ruolo che, pur senza podio, lascia un segno profondo.
Nella finale della Deaflympics 2025 l’Italia femminile non è riuscita a salire sul podio: dopo la sconfitta in semifinale contro la Turchia, la sfida per il terzo posto con l’Ucraina si è chiusa con un netto 0-3 (25-17; 25-21; 25-13). Eppure, per Ilaria Galbusera, e per tutta la squadra, quel quarto posto non è per nulla sminuente. Al contrario: rappresenta la conferma di un percorso fatto di impegno, sacrifici e cuore. “Rimane la delusione di una medaglia sfiorata, certo. Ma rimane ancora più forte la consapevolezza del grande valore di questo quarto posto”. La capitana ricorda con gratitudine ogni gesto, ogni allenamento, ogni sorriso che ha portato la squadra fin lì; la dedizione di ogni compagna e il lavoro dello staff: “È stata un’esperienza intensa, umana, indimenticabile; non avrei potuto desiderare un gruppo migliore”.
E le soddisfazione non sono certo mancate. Dopo la piazza d’onore agli Europei 2011, suo primo podio in azzurro, nella bacheca di Ilaria Galbusera sono finite altre due medaglie d’argento conquistate alle Deaflympics, le Olimpiadi per sorti, nelle edizione del 2017 e 2022; il fantastico oro europeo del 2019 seguito dal bronzo nel 2023; un argento mondiale nel 2020.
Ora Ilaria guarda al futuro: “Io sarò un passo dietro, a guardarvi volare lontano. Sempre fiera di voi. Sempre fiera di noi”. Questo addio, è l’addio da giocatrice, ma non da capitana dei valori, dello spirito di squadra, dell’orgoglio che va oltre i risultati. In questo senso, quel quarto posto diventa una conferma di valore.
Ilaria Galbusera è stata portabandiera dell’Italia alle XXV Deaflympics di Tokyo 2925 insieme al giavellottista Matteo Masetti (credits: FSSI)
