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Outdoor 18 Maggio 2025di Marco Enzo Venturini

Imola celebra Verstappen e dà il bentornato alla Ferrari

Imola dà il suo arrivederci alla Formula 1 (il suo futuro all’interno del calendario è tutto da definire) con uno spettacolare Gran Premio del Made in Italy e dell’Emilia-Romagna, che vede contemporaneamente uno storico trionfo di Max Verstappen, il ritorno al sorriso di un Lando Norris che riprende smalto nei confronti di Oscar Piastri (seconda e terza le due McLaren), ma anche un grande sollievo per la Ferrari dopo uno dei sabati più disastrosi della sua intera storia.

A Maranello hanno infatti dovuto fare i conti con una qualifica quasi troppo brutta per essere vera: Charles Leclerc e Lewis Hamilton non sono infatti andati oltre l’undicesimo e il dodicesimo posto in griglia, come a Miami incapaci di ottenere il tempo più veloce con le gomme fresche. Mai nella storia le due Ferrari avevano mancato in contemporanea l’approdo alla top 10 al sabato. La domenica, però, fortunatamente scrive un’altra storia. Che forse poteva essere ancora migliore, se le circostanze avessero dato una mano.

Imola, una volta tanto, dimentica la sua «maledizione» che l’ha vista spesso e volentieri nel corso dei decenni presentare gare bagnate, e regala alla Formula 1 un luminosissimo pomeriggio di sole quasi più estivo che autunnale. E sin dalla partenza la luce abbaglia Verstappen, che conclude il primo rettilineo da terzo e la prima variante in testa al gruppone grazie a una staccata su Russell e soprattutto Piastri degna dei suoi giorni migliori. Di fatto, non abbandonerà più la leadership.

A dare spettacolo nelle prime fasi è Leclerc, molto aggressivo e intenzionato a guadagnare più posizioni possibili dopo un sabato tanto opaco (più in difficoltà Hamilton, dal 1° al 34° giro bloccato alle spalle dell’altro grande deluso del fine settimana, Kimi Antonelli). Quindi, all’11° passaggio, la prima possibile svolta: il monegasco della Ferrari è il primo a cambiare le gomme, ritrovandosi potenzialmente da ottavo a quarto. Peccato che il ritiro di Esteban Ocon al 30° giro avvantaggi tutti coloro che ai box non erano ancora tornati. Tra loro Hamilton, Norris e un Verstappen che si trova un pit stop «omaggio» con Piastri lontanissimo.

Leclerc si lamenta, ma stavolta le colpe non sono né sue, né della sua Ferrari e nemmeno degli strateghi del Cavallino. Ma le carte sul tavolo si mescolano nuovamente al 46° giro, quando tocca allo iellatissimo Antonelli parcheggiare la sua Mercedes guasta. L’occasione sarebbe quella di montare le gomme soft, tanto efficienti quanto a rischio di velocissimo degrado: il monegasco lo chiede, il box dice di no. A posteriori, con la gara ripartita a nove giri dalla fine, l’azzardo si poteva tentare. A Maranello, però, si opta per un risultato buono ma sicuro, piuttosto che rischiare un exploit tutt’altro che garantito. Stesso discorso per la posizione ceduta alla Williams di Albon, costretto in ghiaia nel suo attacco a fine gara: la penalità era tutta da dimostrare, ma la scelta va sul non prendere alcun rischio.

Si finisce quindi con Hamilton quarto (e il rimpianto di aver potuto attaccare il terzo posto di Piastri, con qualche giro di tempo in più) e Leclerc sesto. Non particolarmente bene, questo è sicuro, ma nemmeno troppo male: la Ferrari al sabato sembrava addirittura la sesta forza della Formula 1 dopo McLaren, Red Bull, Mercedes, Williams e pure Aston Martin, e invece la domenica di Imola la ripresenta quantomeno come terza. Davanti a tutti restano i papaya, con tanto di sorpasso per il secondo posto di Norris ai danni del compagno. E per il britannico è una vera e propria boccata d’ossigeno, dopo un sabato che a sua volta l’aveva visto presentarsi alla stampa quasi con le lacrime agli occhi tanta era la frustrazione. Per il mondiale però sarebbe un madornale errore dimenticarsi di Verstappen, autore di un altro capolavoro e primo pilota di sempre a vincere per quattro volte di fila sul circuito del Santerno. E pensare che venerdì aveva preso a pugni la sua Red Bull da quanto non ci si sentiva a suo agio.

Appuntamento quindi a Monte Carlo, dove Piastri si presenterà a quota 146 punti con Norris a -13 e Verstappen «solo» a -22. La Ferrari intanto dà segni di vita, almeno alla domenica, mentre per il sabato resta tutto da rifare. Anche perché a Monaco sarebbe una chimera realizzare una simile rimonta. Quella che Imola ha permesso, dando oltretutto uno schiaffo morale a chi negli ultimi anni l’aveva bollata come appuntamento mondiale in cui per la Formula 1 odierna i sorpassi fossero impossibili.

Max Verstappen, vincitore per la quarta volta del GP di Imola (credits: Oracle Red Bull Racing)