L’Atalanta, che dal 30 marzo al 26 maggio dovrà giocare ogni quattro giorni, da un minimo di 14 fino ad un massimo di 18 partite, può contare su due portieri alternabili a seconda delle partite e delle competizioni. Il dualismo annunciato fin dallo scorso luglio, gestito con l’alternanza da settembre a inizio dicembre e poi puntando solo su Marco Carnesecchi per tre mesi, ora sta funzionando. Per merito di tutti gli attori protagonisti. Della società che, soprattutto durante il mercato invernale, ha tenuto compatto il terreno, evitando malumori di Juan Musso, che eppure era in cerca di una collocazione all’estero. Brava la dirigenza a tenerlo a Bergamo, bravo il tecnico Gasperini a tenerlo caldo, motivandolo, anche se il suo momento sembrava non dovesse arrivare mai. Bravo Musso, a sua volta, che con esperienza e professionalità ha saputo restare sul pezzo, allenandosi al massimo, facendosi trovare pronto quando è stato chiamato in causa. Fuori tre mesi l’argentino, dalla gara vinta contro il Milan il 9 dicembre fino all’Alvalade di Lisbona il 5 marzo. Dove Musso è tornato protagonista, con una buona prestazione a Lisbona e una prestazione decisiva nel ritorno al Gewiss Stadium, dove nel finale ha salvato almeno due volte la porta evitando i rischiosi supplementari. Ora, ragionevolmente, Musso dovrebbe giocare le due sfide europee contro il Liverpool e poi l’eventuale semifinale. Ma Gasp, sfruttando l’alternanza, potrebbe schierarlo anche nella doppia semifinale di Coppa Italia contro la Fiorentina: letteralmente Carnesecchi in campo la domenica in serie A, per 10 partite, e Musso in campo il giovedì sera nelle rimanenti gare infrasettimanali. Non è da escludere come scenario. In ogni caso, l’Atalanta ora è l’unica squadra delle prime sei squadre della serie A ad avere davvero due portieri intercambiabili di partita in partita. Non è poco dovendo giocare ogni quattro giorni.
Juan Musso è tornato protagonista nella gara di Europa League allo stadio Alvalade di Lisbona lo scorso 5 marzo (Ph: A. Mariani)