Il movimento della ginnastica artistica femminile cresce in qualità e numero di interpreti ad alto livello. Ed è inevitabile che, prima o poi, accada che lo scettro della migliore scuola finisca a Civitavecchia anziché a Brescia. Interrompere il dominio decennale delle ginnaste di Brixia, il nucleo forte delle Fate Azzurre che hanno riportato l’Italia sul podio internazionale, non significa una regressione, bensì un rafforzamento del livello tecnico delle ginnaste. Concorderà sicuramente il direttore tecnico nazionale Enrico Casella, perché la concorrenza a livello nazionale non piò che fare bene per le sfide con i Paesi più agguerriti e dalle grandi tradizioni. Ebbene, riepilogando, è accaduto che la Ginnastica Civitavecchia, come detto, abbia interrotto il dominio decennale della Brixia. Da 38 gare consecutive, le bresciane non scendevano dal gradino più alto del podio dei grandi attrezzi rosa. L’ultima a salire in pedana e a chiudere la sfida è stata la regina continentale Manila Esposito che con un imperioso 14.200 ha regalato alle laziali il primo titolo della loro storia e di quella dell’intera regione. Non era mai accaduto prima, dall’edizione inaugurale del 1986, che lo scudetto femminile uscisse dalla Lombardia, eccetto la parentesi delle piemontesi della Ginnastica Torino, nel 1991. L’agente Esposito, l’altra campana Nunzia Dercenno, July Marano ed Emma Recchia, classe 2011, hanno sottratto così il 22° titolo alle altre Fate della Polizia – la bergamasca Giorgia Villa, Martina Maggio, Elisa Iorio – e ad Angela Andreoli, malgrado un totale tecnico inferiore (160.550 contro 162.750 delle leonesse lombarde). L’argento di Brixia brilla quanto l’oro di Civitavecchia. E l’Italia della ginnastica artistica femminile si lustra gli occhi,
La 21enne ginnasta bergamasca Giorgia Villa (Ph: Ferraro/Federginnastica)