La voglia di stupire, in casa Atalanta, non è mai mancata. Il mondo del pallone con i suoi osservatori previlegiati dovrebbe esserci abituato e invece ci si continua a stupire su come, dal cilindro magico di Gasperini, escano nuovi capitoli di quel calcio coraggioso e determinato capace di unire l’Italia. Certo, le prove sottotono di Firenze in Coppa Italia e Cagliari in campionato avevano fatto scattare qualche campanello d’allarme, al punto che pure l’arretramento di de Roon in difesa a causa della indisponibilità di Kolasinac potevano fare avanzare qualche timore rispetto alla preannunciata e temuta forza d’urto del Liverpool. Invece, gli undici di Gasperini hanno svolto un compito tatticamente perfetto, producendosi nelle giocate più semplici ed efficaci e permettendo di smorzare e finanche disorientare la squadra di Klopp, fino a colpire con chi ha voglia di crescere e chi invece di confermarsi. Il calcio espresso dell’Atalanta è da amare perché non è fatto di melina e gente che si accontenta. Secondo il principio che la migliore difesa è l’attacco, sempre che naturalmente non si abbassino né il ritmo né la guardia, né tantomeno venga smarrita quella lucidità vista negli occhi della mezza squadra costantemente presente nella metà campo inglese e dell’altra metà in cui tutti erano pronti a sganciarsi e sostenere la spinta in avanti. Che il Liverpool, benché messo in difficoltà, non abbia rinunciato ad offendere lo dimostra quanto Musso abbia neutralizzato con bravura e sicurezza. E tra i pali, in questa stagione, è stato confezionato un altro capolavoro, con il portiere argentino che ha bene accettato di lasciare al giovane Carnesecchi i guantoni nelle gare nazionali e si è fatto trovare pronto sulla scena europea. Dove arriverà l’Atalanta lo vedremo e sapremo di partita in partita. Ma questa Atalanta, oltre a scrivere la storia, incarna e rigenera lo spirito di Bergamo e della sua gente. Il cui seguito è solo la punta dell’iceberg di una passione autentica.
De Roon abbraccia Scamacca, eletto “man of the match” (credits: atalanta.it)