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Calcio 22 Settembre 2025di Eugenio Sorrentino

La Dea riscopre il valore aggiunto della panchina

La forza e l’ossatura di una squadra risiedono certamente in una panchina sufficientemente lunga e affidabile sul piano qualitativo, ma è indispensabile che quanti vi siedono a inizio partita siano pronti a subentrare e garantire il rendimento richiesto sotto il profilo tattico e agonistico. Non a caso, la panchina, ovvero il gioco dei cambi a partita in corso, ha rappresentato per l’Atalanta dell’ultimo decennio un importante valore aggiunto nel conseguimento dei risultati. Allo stadio Grande Torino, dove la squadra di Juric si è presentata con l’aggravio degli infortuni di De Ketelaere, più leggero, e Scalvini, più lungo, oltre che delle rinunce a Ederson e Scamacca, sembrava che Saturno continuasse ad essere contro, con Zalewski e Hien costretti ad alzare bandiera bianca in corso d’opera prima della mezz’ora di gioco. In un’atmosfera che certamente richiedeva una prestazione all’altezza per riscattare Parigi, chi è subentrato non solo ha fatto ciò che doveva, ma ha dimostrato in un caso di sapere offrire certezze legate alla comprovata esperienza e nell’altro di possedere doti che gli permettono di ben figurare nonostante la giovanissima età. Zappacosta e Ahanor si sono fatti trovare pronti nel momento più delicato e Juric ha ottenuto risposte confortanti, che riflettono un atteggiamento di grande professionalità e impegno nel lavoro di preparazione alla gara. E’ un segnale importante di crescita, che denota fiducia e convinzione a livello individuale, doti motivazionali da mettere al servizio della squadra.  Ma è anche un messaggio e uno stimolo per un gruppo sempre più coeso e pronto ad interpretare le scelte dell’allenatore.

Honest Ahanor, subentrato a Hien, ha fatto il suo esordio in serie A allo stadio Grande Torino (credits: atalanta.it)