La Germania offusca l’alba azzurra di Scalvini

Eugenio Sorrentino |

Il ct Roberto Mancini ne aveva preannunciato l’esordio in azzurro. E così il classe 2003 non ancora diciannovenne Giorgio Scalvini, di scuola Atalanta, ha giocato l’intero secondo tempo del quarto match dell’Italia in Nations League. Peccato che al suo ingresso in campo la Nazionale fosse sotto di due gol in casa della Germania. Alla fine, l’Italia ne ha subito cinque, segnandone due nel finale di gara con Gnonto (che diventa il più giovane marcatore di sempre, a 18 anni e 7 mesi e pochi giorni) e Bastoni, alla loro prima marcatura azzurra. Va subito detto che nel tonfo generale, frutto di una fase difensiva che ha permesso ai tedeschi di segnare allegramente, Scalvini è stato protagonista di una prestazione ordinata e diligente, giocando la prima mezz’ora a centrocampo e chiudendo da difensore. Sicuramente inappuntabile negli interventi e nella posizione, Scalvini ha dimostrato di potere solo crescere e offrire un contributo rilevante alla rifondazione azzurra. Rifondazione che, dopo la svolta seguita alla debacle con l’Argentina con in campo i senatori, sembrava bene avviata con una vittoria e due pareggi in Nations League. L’esame nell’arena di Monchengladbach non è stato superato, anzi l’esito è stato fin troppo umiliante. Surclassati in tutti i sensi, nonostante le opportunità costruite e neutralizzate dal portiere tedesco Neuer. Mancini ha scelto di schierare Calabria, Mancini, Bastoni e Spinazzola davanti a Donnarumma, il quale a dispetto di buone parate continua a pasticciare con i piedi, prendendosi poi nel dopopartita la licenza di contestare il diritto di critica della giornalista Rai. Spinazzola, ancora in forma approssimativa e ombra del giocatore che ha trascinato l’Italia alla finale dell’Europeo nel 2021, è stato avvicendato da Di Marco, che ha fatto decisamente meglio. A centrocampo Barella, che è rimasto vivo sempre, Cristante poco preciso e Frattesi, rimpiazzato nell’intervallo dall’esordiente Caprari, autore di una prova del tutto insufficiente. Del trio offensivo, solo Gnonto ha dimostrato affidabilità, mentre Politano e (sostituito da Luiz Felipe prima dell’intervallo) e Raspadori, al quale è subentrato Scalvini, non hanno prodotto quanto ci si attendeva. Il cammino della nuova Italia è ancora lungo. Se ne riparlerà a fine settembre. Tanto tempo per meditare. E l’eclissi inglese con l’Ungheria (clamoroso 0-4) non può indurci al mal comune, mezzo gaudio.

Giorgio Scalvini in azione con alle spalle Barella (credits: figc.it/mediagallery)

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