Come si può conciliare una carriera di grande livello nello sport, piena di successi ma anche di sacrifici, con un percorso altrettanto eccellente nel mondo dell’università prima e delle professioni poi? A spiegarlo è Sebastiano Parolini, gandinese di 27 anni che alla sua ancora giovanissima età può già raccontare di aver raggiunto traguardi che tanti suoi coetanei possono pensare siano incompatibili tra loro. Noto ai più probabilmente per l’oro e l’argento conquistati agli Europei di corsa campestre, in realtà sarebbe molto complesso per lui compilare la vecchia dicitura «Professione» sulla carta d’identità. Mezzofondista, atleta professionista, Azzurro di atletica, è infatti anche laureato in medicina e, dopo la scuola di specializzazione, è diventato medico sportivo al seguito della Federazione Italiana Sport Invernali occupandosi in particolare di sci alpini e freestyle, ma lavora anche nel calcio. E in realtà di primissimo livello dato che, dopo l’AlbinoLeffe, da quest’anno segue anche l’Atalanta.
Ma come è stato possibile raggiungere tutti questi obiettivi a nemmeno 30 anni? Parolini è andato a fondo della sua storia incontrando i giovani atleti invitati a Palazzo Lombardia il 6 ottobre, per la prima lezione del corso «Formiamo i campioni di domani», nell’ambito del Progetto Talento 2025 organizzato da FIDAL. «Faccio mezzofondo e corsa campestre, e sono anche specializzando in medicina dello sport – ha ricordato l’atleta seriano -. Entrambi i colleghi, sia gli sportivi che i medici, mi dicono che le due cose non si possono fare insieme. Io rispondo sempre che non è vero. Soprattutto nel nostro sport, l’atletica. Non è facile conciliare due attività così impegnative, ma con impegno e volontà si può fare».
Parolini si è quindi rivolto direttamente ai giovani atleti di Progetto Talento 2025: «Ci sono tante possibilità, e consiglio di coglierle. E non è questione di fortuna, dovete costruire il vostro percorso con costanza e determinazione. Per fare tutto ciò, la chiave è l’organizzazione. È cruciale non focalizzarsi sulla giornata in sé, ma organizzarsi di settimana in settimana con un obiettivo stagionale fissato a inizio anno e calendarizzato in una routine mensile. Chiaramente un lavoro del genere non si può fare tutto in una volta. Sono tasselli che si possono aggiungere progressivamente, e che dovete voi stabilire. Se un tassello non vi convince, non dovete avere paura di rimuoverlo. Bisogna avere il coraggio anche di dire di no, nell’ottica di un obiettivo a lungo termine».
Raccontando dei suoi molteplici impegni, che lo portano a lavorare in ospedale anche di notte e a sobbarcarsi di frequente viaggi anche molto lunghi, Parolini ha sottolineato l’importanza di non mollare, ma sapere anche dosare le proprie forze. «Serve la flessibilità mentale di modulare gli impegni e avere sempre in mente che cosa state facendo e perché – ha insistito -. Così facendo, io sono riuscito a non saltare mai un allenamento. Ma sapendo che se un giorno non ti dà la possibilità di allenarti, è sbagliato voler fare a tutti i costi quel lavoro proprio in quel momento. Va rischedulato. Anzi, è importante prevederlo e spostarlo in anticipo per non correre il rischio di cedere alla frustrazione».
Ultimo aspetto affrontato da Parolini, è in realtà tra i primi per importanza: «Non trascurate alimentazione e soprattutto riposo. So di atleti che, per conciliare tutti i propri impegni, saltano il pranzo o magari vanno tardi a letto per recuperare il tempo impiegato per studiare o lavorare. Anche a me è capitato, ma non può essere la regola. Sia mangiare che dormire rappresentano il carburante di ogni atleta. E gestirli male va contro voi stessi, il vostro corpo e, alla fine, anche i vostri risultati. Con effetti disastrosi per la vostra salute e serenità mentale, che dovete sempre e comunque preservare».
Sebastiano Parolini, portacolori GAV Vertova, durante il suo intervento a Palazzo Lombardia in occasione dell’evento inaugurale di Progetto Talento 2025 di Fidal Lombardia (Ph: Maraviglia/Fidal Lombardia)