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Calcio 27 Maggio 2025di Eugenio Sorrentino

La ricetta Atalanta per tenere alta l’asticella

C’è chi parteciperà alla Champions League e chi è rimasto indietro, nonostante grossi investimenti. C’è chi ha dato continuità al rendimento raggiungendo obiettivi che premiano il progetto societario e chi ha visto collassare le proprie ambizioni pensando di arricchire la rosa dei giocatori, acquistandone invece che facendone crescere il valore, come se ciò bastasse a vincere. Questione di metodo. E di giudizio e vocazione. Sì può volare restando con i piedi ben piantati a terra. Basta scorrere le squadre dietro l’Atalanta nella classifica finale di serie A. Ecco servito l’ennesimo straordinario risultato ottenuto a Bergamo da un organigramma che parte dalla dirigenza e distribuisce le proprie competenze ramificate in figure professionali di elevata qualità, tutte indispensabili, fino a mettere la squadra e il suo allenatore nelle condizioni di lavorare ed esprimersi al meglio. E fare la differenza a dispetto di chi vanta grandi patrimoni di giocatori. Non è sfuggito ai più attenti come, nelle ultime dichiarazioni rese al termine della serata conclusiva del campionato, l’amministratore delegato Luca Percassi abbia voluto rimarcare un concetto che rientra nel pensiero e nella filosofia di una gestione diventata modello di riferimento nel panorama calcistico. Ovvero che se l’Atalanta si conferma ad alti livelli il merito è di tutti coloro i quali lavorano per il bene della società. E’ altrettanto vero – come lo stesso Luca Percassi ha sottolineato – che ogni anno l’Atalanta cambia pelle. Lo fa in ragione di una strategia che tiene conto di valutazioni tecniche ed economiche, finora risultate sempre vincenti. Sopperire in piena fase di preparazione all’infortunio di Scamacca, ingaggiando nel giro di 24 ore Retegui, è stata mossa geniale, per esempio. Scelta ripagata con gli interessi sul campo. Le scelte di successo, e molte se ne potrebbero elencare, da Ederson a De Ketelaere, rappresentano il valore aggiunto, che diventa ancora più importante quando si trasforma in cospicue plusvalenze. Che concorrono a tenere i bilanci in attivo ma anche puntualmente reinvestite per dare solidità alla rosa della squadra. E’ questa la strada tracciata da tre lustri in casa Atalanta. E che regala anche la bella soddisfazione di tre giocatori nella Nazionale di Spalletti e due nella U21. In attesa di rivedere all’opera Scamacca e Scalvini, due pezzi da 90 in cassaforte.