Miro Radici è un signore che, noto e affermato imprenditore insignito di laurea honoris causa dall’Università di Bergamo, ha vissuto come tanti un’intera vita con l’Atalanta. Testimone di un calcio romantico, a 83 anni ha deciso di raccontare e raccontarsi, fin da quando nel 1950 ha messo piede nello stadio per assistere alla sua prima partita di calcio, in campo l’Atalanta ovviamente, tenuto per mano (è il caso di dire) dal fratello Gianni, più grande di 17 anni, artefici della dinastia dell’imprenditoria tessile. Erano i tempi del presidente Daniele Turati e del talent-scout ante litteram Luigi Tentorio. Ricordi tanti e fors’anche non bene datati, che la penna di Pietro Serina ha contribuito a riordinare legando la passione giovanile al periodo longevo che Miro Radici ha vissuto in veste di dirigente. Se c’è stata l’Atalanta, lo si deve al sostegno che proprio il “Miro” ha garantito per decenni. E’ lui stesso a sottolineare – nel corso della presentazione del libro “La mia vita con l’Atalanta” alla Biblioteca dello Sport Nerio Marabini di Seriate – come la straordinaria storia dell’era Gasperini e della famiglia Percassi non sarebbe stata possibile senza tutto i trascorsi della società. Tutti hanno contribuito ad animare lo spirito che ha guidato sempre la squadra fino a tradursi in imprese sempre più epiche. “Erano tutti a Dublino, insieme alla nostra storia”, ha voluto che si scrivesse Miro Radici in calce alla dedica al fratello Gianni, a Cesare Bortolotti, ai cinque fondatori della società, a Luigi Tentorio e Ivan Ruggeri, riconoscendo ad Antonio Percassi il merito di essere riuscito a fare diventare realtà la sua visione di rendere grande l’Atalanta come nessuno avrebbe immaginato. Il libro che Miro Radici ha realizzato con l’amalgama letteraria di Pietro Serina è punteggiato di aneddoti e aiuta a conoscere un mondo che il protagonista del racconto ha vissuto da vicino, anzi da dentro, nelle vesti di tifoso, vicepresidente, azionista, proprietario, sponsor, consigliere della proprietà. Un’autobiografia romanzata per consegnare la memoria di oltre 70 anni (di cui mezzo secolo nei ruoli societari) alle generazioni presenti e a venire. Consiglio di lettura: a piccoli sorsi. E’ un racconto che racchiude una filosofia di vita, fatta di sacrifici. Quelli senza i quali l’Atalanta non sarebbe l’Atalanta.
Il libro di Miro Radici, “La mia vita con l’Atalanta”, scritto con Pietro Serina (photocredits: Pernice Editori)
Paolo Marabini, responsabile della Biblioteca dello Sport Nerio Marabini, con Andrea Fabris, direttore generale area corporate Atalanta, Miro Radici con accanto Pietro Serina durante la presentazione del libro “La mia vita con l’Atalanta” (photocredits: Pernice Editori)