Allo stadio di Dortmund, che per due decenni ha evocato l’impresa della Nazionale di Lippi nel mondiale vinto in casa della Germania, l’Italia di Spalletti ha disputato una delle partite più incredibili e surreali della storia azzurra. Anzi, di partite ce ne sono state due: quella che ha visto la Germania dominare in lungo e il largo nei primi 45 minuti, con gli azzurri non più che comprimari sotterrati da tre reti; quella di un secondo tempo inimmaginabile all’intervallo, che ha visto l’Italia reagire e ritrovarsi, meritando il pareggio (3-3) raggiunto con merito nel finale. L’Italia era chiamata a ribaltare la sconfitta per 2 a 1 subita all’andata dalla Germania. Obiettivo compromesso da un primo tempo da incubo, compensato da una reazione d’orgoglio degli azzurri che hanno ritrovato assetto e lucidità, riuscendo ad evitare la sconfitta.
Spalletti ha schierato Daniel Maldini al fianco di Moise Kean e, rispetto alla partita di Milano, Ricci al posto di Rovella, Buongiorno centrale difensivo con Gatti e Bastoni ai lati, e avanzamento di Di Lorenzo sulla linea di centrocampo al posto di Politano.
La Germania ha proposto dal 1′ Kleindienst terminale offensivo. Nel primo tempo si è giocato praticamente nella metà campo italiana, con la squadra tedesca che ha fatto prevalere le doti di palleggio, intensità di gioco e precisione, esercitando una pressione costante che ha costretto gli azzurri a restare raccolti in difesa. Un primo tempo da incubo, chiuso con tre gol al passivo, il secondo dei quali entrerà nella storia dei fatti incredibili. Peraltro, la “tripletta” tedesca è maturata nell’ultimo quarto d’ora del primo tempo. Alla mezz’ora di gioco, l’Italia si è ritrovata sotto di un gol, per effetto del calcio di rigore trasformato dal capitano tedesco Kimmich, e in più con due difensori, Gatti e Buongiorno, ammoniti. Nei successivi cinque minuti, c’è stata una straordinaria deviazione in angolo di Donnarumma, che si è distratto a parlare con i compagni di squadra abbandonando i pali. I tedeschi hanno battuto in fretta dalla bandierina e Musiala ha potuto appoggiare comodamente nella porta sguarnita. Allo scadere, sull’ennesima interdizione tedesca, palla sulla testa di Kleindienst che ha sovrastato Di Lorenzo e schiacciato in rete. Quando Donnarumma ha respinto, il pallone aveva oltrepassato abbondantemente la linea bianca.
Nella ripresa, l’Italia si è ripresentata in campo con Frattesi e Politano al posto di Gatti e Maldini, con arretramento di Di Lorenzo in difesa e dopo 4 minuti Kean ha accorciato le distanze con un tiro dal limite dell’area, approfittando di un pallone non controllato da Kimmich. Il gol ha avuto il potere di rivitalizzare l’Italia, grazie anche all’atteggiamento più conservativo della Germania. Con più equilibrio in campo e con gamba e tecnica ben diversi, Spalletti è stato premiato dalla decisione di affrontare l’ultimo terzo di partita con Raspadori al posto di Tonali. Il giocatore del Napoli, appena subentrato, ha offerto a Kean il pallone del 2-3 (tiro a giro all’incrocio dei pali), provando lui stesso a pareggiare. Poi, prima della mezz’ora, Di Lorenzo ha subito fallo in area tedesca. Dopo l’assegnazione del calcio di rigore, l’arbitro è stato richiamato al Var e ed è tornato sulla sua decisione. Episodio che lascia più di un dubbio e avrebbe potuto disegnare ben altro finale di partita, facendo sognare un altro 4-3 per giocarsela ai supplementari. Così non è stato. Il tiro dagli undici metri è stato concesso nei minuti di recupero per un evidente tocco di braccio. E Raspadori ha fissato il risultato finale sul 3-3, che salva l’onore e accresce il rammarico. Sulla strada per la qualificazione al Mondiale 2026 l’Italia se la vedrà con la Norvegia di Haaland in un girone che comprende Israele, Estonia e Moldavia. L’esordio il 6 giugno in casa dei norvegesi, il 9 giugno in Italia contro la Moldavia.
Moise Kean, autore di una doppietta nella ripresa della gara di ritorno con la Germania a Dortmund (photocredits: FIGC – mediagallery)