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L’omaggio filatelico a Felice Gimondi

27 Novembre 2024

Federica Sorrentino

Dalla data del 27 novembre l’effigie di Felice Gimondi campeggia su un francobollo emesso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Quello dedicato al campione di Sedrina appartiene a una serie di quattro francobolli ordinari appartenenti alla serie tematica “Lo Sport”, dedicati al ciclismo e ai ciclisti italiani campioni del mondo: Libero Ferrario, Ercole Baldini, Vittorio Adorni e Felice Gimondi. Si è scelto di non raffigurare i volti ma riprodurre la loro postura durante la corsa. In sella alle loro biciclette, nella cornice dei francobolli appaiono Libero Ferrario, primo italiano a vincere il Campionato del Mondo nel 1923; Ercole Baldini, campione del mondo nel 1958; Vittorio Adorni, che conquistò la maglia iridata nel 1968; e Felice Gimondi, campione del mondo nel 1973 a Barcellona. C’è da dire che il grande ciclista bergamasco aveva già ricevuto un omaggio filatelico nel 1969, anno in cui vinse il secondo dei suoi tre giri d’Italia. A dedicarglielo fu l’emirato di Ajman, in quel caso con una immagine a mezzo busto. Un omaggio noto a pochi, per lo più ai collezionisti filatelici. Ora il francobollo del bozzettista Fabio Abbati, che in una vignetta ha riprodotto Felice Gimondi, cos come gli altri tre campioni del ciclismo italiano, con la maglia iridata. Il francobollo di Gimondi (a cui è stata attribuita il valore della tariffa A di Poste Italiane pari a 2,90 euro) sarà presentato il 12 dicembre, alle 14:30, al Museo del Falegname “Tino Sana” di Almenno San Bartolomeo, dove sono custodite alcune biciclette su cui ha pedalato nel corso della sua straordinaria carriera. L’evento sarà accompagnato da un annullo filatelico speciale. Sarà l’occasione per accomunare la passione per il ciclismo e quello per la filatelia. Ma sarà anche un’anteprima delle celebrazioni per il cinquantennale della vittoria di Felice Gimondi al Tour de France 1965.

Un particolare del francobollo emesso il 27 novembre e che sarà presentato il 12 dicembre al Museo del Falegname Tino Sana di Almenno San Bartolomeo (credits: ministero.gov.it)