Milano, 11°
Screenshot
Calcio 15 Novembre 2025di Eugenio Sorrentino

Luca Percassi e l’Atalanta guardano avanti

Nel calcio, spiegare perché le cose non vanno nel verso giusto, ovvero secondo le aspettative, non è semplice, ma è importante esserne consapevoli e soprattutto avere la responsabilità, la capacità e la determinazione di mettere in atto i correttivi opportuni. L’esonero di Ivan Juric, di cui va apprezzata l’onestà e lo spirito di attaccamento ma anche il sapere riconoscere a modo suo le difficoltà apparse evidenti di tradurre in gol la mole di gioco (pure restando lontano dalla brillantezza dei giorni migliori dell’Atalanta), è stato un passo dovuto da parte della società per riprendere il cammino nel solco di una filosofia tecnica e tattica che si rifà alle caratteristiche dei giocatori in rosa. Non avrebbe avuto senso rinnegare il modulo con la difesa a tre, che nelle annate di successi ha esaltato qualità, robustezza e prolificità di una squadra che ha cambiato grandi interpreti restando ai vertici nazionali e posizionandosi tra le migliori a livello europeo, fino a vivere la gioia di sollevare un trofeo che resterà non solo in bacheca ma nella storia dell’Atalanta e del calcio nazionale. Affermazioni sportive accompagnate da bilanci largamente in attivo, in netta controtendenza rispetto all’inverso rapporto costi-benefici di altri club di primo livello, e che a Bergamo hanno permesso di portare avanti il progetto sportivo nella sua interezza, dal campo allo stadio. 

La correzione di rotta, quando necessaria, è un dovere di qualsiasi capitano in rotta di navigazione. Decidere questo passo è stato certamente doloroso – come ammesso dall’amministratore delegato Luca Percassi in una intervista rilasciata a tre quotidiani – ma in tempo per avviare un nuovo ciclo e dare fondo a tutte le potenzialità dell’organico. Delle sue affermazioni, quella più significativa riguarda proprio la volontà di puntare su allenatori che abbiano voglia di mettersi in gioco e si ritrovino nello spirito e nel modo di intendere il calcio che contraddistingue l’Atalanta e la gestione Percassi. La scelta di Palladino, in ballottaggio l’estate scorsa per succedere a Gasperini, non è stata casuale, lo si conosceva bene e dunque non è improvvisata. Una figura che risponde ai requisiti per esaltare e impiegare al meglio il gruppo squadra. Quanto ai giocatori, la vetrina che la Dea offre è da ritenersi tra le più ambite e prestigiose. Però il rendimento conta e se qualcuno lo ha espresso sotto la media, tocca a mister Palladino riportarlo ai massimi livelli. Perché le qualità tecniche non si perdono per strada, vanno solo incasellate con la giusta alchimia nelle dinamiche geometriche che rendono il gioco brillante e di successo.

Luca Percassi, amministratore delegato Atalanta (Ph: Alberto Mariani)