Marc Marquez compie la sua missione a Motegi e si laurea campione del mondo della MotoGP, a distanza di sei anni dall’ultima volta. Un titolo per nulla banale, trattandosi del settimo in classe regina e del nono in carriera nel Motomondiale: gli stessi numeri di Valentino Rossi. Il cerchio si chiude 2184 giorni dopo il trionfo del 2019: una vita fa per il catalano che all’epoca era ancora uomo immagine della Honda e non poteva immaginare che da allora avrebbe attraversato un filotto quasi infinito di avversità, con il culmine della tremenda frattura all’omero rimediata in patria a Jerez de la Frontera. Per rinascere gli serviva vestire i colori della Ducati, che a propria volta festeggia nel Gran Premio del Giappone una ulteriore, attesissima rinascita: quella di Pecco Bagnaia che vince Sprint Race e gara lunga con ritrovate speranze in vista del 2026 e una competitività che nel 2025 sembrava impossibile da recuperare.
Marquez si riprende l’iride gestendo il weekend nipponico con grande intelligenza e un pizzico di generosità, consapevole che solo le circostanze avrebbero potuto togliergli un titolo che si era conquistato cannibalizzando l’intera stagione. Così, nella domenica più importante dell’anno, il catalano si limita a controllare le operazioni agevolato dalla prestazione opaca del fratello Alex che poteva essere ormai l’unico a contendergli l’impresa, aritmetica alla mano. Ma che a Motegi trascorre una giornata interamente al settimo posto, che si trasforma in sesto solo grazie all’errore di un Pedro Acosta in crisi. A Marc basta quindi arrivare secondo, alle spalle di un Pecco Bagnaia che stavolta mantiene la promessa. Il piemontese, che si era detto convinto di aver trovato il bandolo della matassa nei test di Misano pur preferendo evitare voli pindarici, torna a volare come nei giorni migliori e si prende una vittoria dal valore gigantesco. Quasi come il mondiale del compagno di box.
Bagnaia, già vincitore della Sprint Race, si prende la testa del Gran Premio del Giappone e la conserva fino al traguardo nonostante dieci giri finali al cardiopalma. La sua amata/odiata Desmosedici GP25 conclude infatti la gara fumando vistosamente dallo scarico posteriore basso a destra, ma alla fine regge fino al traguardo. E se Pecco vince è perché era stato in grado di racimolare fin lì un vantaggio di oltre quattro secondi sul compagno di squadra. Che, è opportuno ricordarlo, è stato fenomenale e spesso irraggiungibile per tutto l’anno. Per la Ducati è quindi festa totale con grandi speranze per il futuro, con due piloti entusiasti e vincenti. Ma soprattutto con il quarto titolo consecutivo messo in cascina (contando quello di Jorge Martin nel 2024 per il Team Pramac). E, oltre al 93, uno dei numeri del giorno è proprio il 4: tanti sono i mondiali vinti da Marc Marquez sempre a Motegi. Una delle piste del suo destino.
Marc Marquez, che si laurea campione arrivando a quota 541 punti (un record), e che dopo Motegi ne ha 201 di vantaggio sul fratello, diventa anche il pilota più anziano a laurearsi campione da quando la MotoGP si chiama così (in occasione del suo ultimo urrà, Valentino Rossi ne aveva 30). Questo non gli impedisce di commuoversi rivedendo la sintesi della sua stagione e dei suoi ultimi anni, mostrando forse per la prima volta nel 2025 il proprio lato umano. Confermato anche dalle sue prime parole da nove volte campione del mondo: «È difficilissimo parlare. Ricordo quello che è successo, ma mi voglio godere il momento. Posso dire che è stato davvero difficilissimo, però adesso sono finalmente tranquillo. Provo una sensazione di pace interiore. Ho compiuto grandi errori nella mia carriera, il più grande è stato quello di tornare troppo presto. Però ho lottato e lottato, fino a tornare a vincere. E adesso sono in pace con me stesso».
Dopo la domenica in cui forse più che in qualsiasi altra circostanza hanno marciato compatti verso obiettivi comuni e diversi, uguali e paralleli, i due piloti Ducati festeggiano insieme in una ritrovata armonia. Che però, nel momento stesso in cui la verbalizza, lo stesso Pecco Bagnaia ammette tra le righe di voler superare quanto prima: «Innanzitutto voglio congratularmi con Marc, se lo merita. Comunque sia, io sono qui e sono davvero molto felice per la mia performance. D’ora in poi continuerò in questo modo, perché così sì che posso battagliare». Insomma: proprio nel giorno della grande celebrazione, la sfida si riapre.
Festa grande per la Ducati in Giappone, con il titolo mondiale di Marc Marquez e la rinascita di Pecco Bagnaia che vince Sprint e gara lunga (credits: Ducati Corse)