Il coraggio e il desiderio di riscatto non bastano. Pecco Bagnaia, in quel Mugello che negli ultimi anni era stato per lui un terreno di sole vittorie e grandi imprese, lotta per sei giri da urlo contro i due fratelli Marquez ad armi impari. Poi torna lo schiaffo della realtà, con Marc che scappa via e proprio al Gran Premio d’Italia raccoglie la non solo simbolica vittoria numero 93 in carriera nel Motomondiale (includendo tutte le categorie). Secondo sul podio si piazza il «solito» Alex, terzo è uno straordinario Fabio Di Giannantonio che nega a Pecco anche solo l’abbraccio del pubblico toscano.
E dire che, dopo un sabato decisamente amaro, la domenica di Bagnaia era iniziata veramente alla grande. Al Mugello, che evidentemente resta circuito in cui si sente a suo agio e dove le sue energie si moltiplicano, Pecco si piazza negli scarichi di Marc Marquez autore di una partenza impeccabile (a differenza della Sprint Race), quindi alla seconda curva lo infila e si porta in testa. Nei successivi tre giri cambia il leader a ogni staccata della San Donato, e c’è anche un contatto tra le due Ducati per l’occasione di colore amaranto e non rosse. Al quinto giro per la prima volta Bagnaia resiste, ma al termine dello stesso passaggio si scompone alla Bucine e permette addirittura ad Alex di passarli entrambi alla prima curva. Da primo a terzo nell’arco di un rettilineo di circa un km, la sua gara di fatto finisce qui.
Il piemontese infatti si stacca, mentre con tutta calma Marc Marquez supera il fratello al nono giro e si invola verso una vittoria tanto storica per lui. E che, peraltro, coincide con la numero 67 nella classe regina: solo una meno di Giacomo Agostini. Il catalano entra nella storia anche perché vince sul Mugello (storicamente per lui stregato) per la prima volta dal 2014, per la precisione 11 giorni e 21 giorni fa. Mai nessuno aveva vinto sulla stessa pista con un intervallo maggiore. Nonostante tutto questo, dopo i fischi del sabato, il catalano sceglie di festeggiare non con la sua bandiera numero 93 o con quella della Spagna: il giro d’onore lo vede infatti sventolare il vessillo Ducati, poi piantato davanti alla tribuna dei tifosi di Borgo Panigale. «Mi sembrava più giusto così, era una vittoria troppo importante per la squadra e sono davvero contento», ammetterà a fine gara.
Resta l’amarezza di Bagnaia, ancora una volta penalizzato nel lungo periodo dal cattivo rapporto con l’anteriore della Desmosedici di quest’anno. Ad approfittarne è quindi Fabio Di Giannantonio, che lo supera al penultimo giro regalando il podio al team di Valentino Rossi e si rivela il vero eroe del pubblico assiepato sul rettilineo principale del Mugello. Pecco, in un giro e mezzo, rimedierà quasi tre secondi di distacco dal terzo classificato, e cinque dal vincitore. Ma l’Italia, almeno sul fronte dei costruttori, può esultare: nella gara di casa i primi sette classificati pilotano moto nostrane (ci sono anche le Aprilia di Bezzecchi e Raul Fernandez, quinto e settimo, e Morbidelli sesto sull’altra Ducati VR46). A piangere è invece la classifica piloti, con Bagnaia ormai a -110 dall’imprendibile Marc Marquez (che a sua volta precede il fratello Alex di 40 lunghezze). Ma sembra evidente che, almeno per quest’anno, agli appassionati nostrani convenga concentrarsi sulle marche più che sulla nazionalità dei protagonisti in pista.
Marc Marquez ha portato a 110 punti il vantaggio su Pecco Bagnaia e a +40 sul fratello Alex (photocredits: Ducati Corse)