Maria Sole Ferrieri Caputi arbitro

Federica Sorrentino |

Chiamatemi arbitro. Il che, detto da una donna, è oltremodo confortante, perché non è declinando al femminile i termini che si ottiene la pari opportunità nelle professioni e negli incarichi. L’AIA promette che dalla stagione 2022/23 avremo in campo la prima donna chiamata a dirigere partite del massimo campionato. Giusto e sacrosanto, visto quanto di buono hanno dimostrato le tre prescelte per il mondiale in Qatar: la francese Stefanie Frappart, la giapponese Yoshimi Yamashita e la rwandese Salima Mukansanga. La donna arbitro in questione è la 32enne livornese Maria Sole Ferrieri Caputi, sociologa con impiego lavorativo a Bergamo e in più una laurea in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali. Non è una sorpresa, semmai lei è una eccellenza per rendimento e rispondenza ai parametri che regolano il giudizio delle direzioni di gara. Come tutti, non potrà essere infallibile, certamente ha le doti per farsi capire e per chiedere ai colleghi del Var di essere chiari nelle comunicazioni, alla luce delle incomprensioni, presunte o tali, che sono state rilevate nel corso della stagione appena conclusa. Il debutto di Maria Sole Ferrieri Caputi con una squadra di serie A è già avvenuto, il 15 dicembre scorso, in Cagliari-Cittadella valida per i sedicesimi di Coppa Italia, con tanto di elogi. Ora, prima del grande salto, è stata chiamata a dirigere il match tra Feralpi Salò e Palermo, semifinale playoff di serie C. Qualcosa del genere fece pure un certo Pierluigi Collina agli inizi degli anni ’90. A Maria Sole non resta che augurare una grande carriera condita di meriti. E che il suo esempio traini altre come lei nel mondo arbitrale.

Maria Sole Ferrieri Caputi, livornese, lavora a Bergamo (credits: AIA)

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