Un sensazionale Max Verstappen si prende il Gran Premio d’Italia, trionfando in una Monza che lo celebra da grande campione dopo i fischi che gli aveva invece riservato in passato, quando la sua Red Bull rappresentava la principale rivale della Ferrari per il titolo mondiale. Equilibri decisamente cambiati nel 2025, in cui l’olandese rappresenta la prima alternativa alla dominante McLaren che completa il podio confermando il grande fair play tra Lando Norris e Oscar Piastri (rispettivamente secondo e terzo). La Ferrari è subito dopo, con Charles Leclerc che conferma il quarto posto delle qualifiche e Lewis Hamilton sesto dopo una buona rimonta. Proprio il monegasco si prende un coro del pubblico italiano nel corso della cerimonia del podio, dove in mezzo ai boati per tutti i protagonisti bisogna registrare qualche fischio all’indirizzo del solo Norris.
Monza resta uno dei circuiti più impegnativi e spettacolari del Circus, oltre a poter competere con pochi altri a livello di storia e fascino. E lo show c’è eccome, anche se le sportellate sono concentrate nei primissimi giri. Il primo comincia con Verstappen estremamente aggressivo su Norris, con lui in prima fila: l’inglese è tutt’altro che cortesemente accompagnato sull’erba e cede la testa della gara alla prima staccata al collega che pure è costretto a tagliare la variante. Quanto basta per indurre il team a chiedere a Max di restituire la posizione già nel giro seguente. Intanto un determinatissimo Leclerc si era preso la terza posizione ai danni di Piastri, che gliel’aveva ripresa con una manovra da urlo all’esterno della prima curva di Lesmo, gliel’aveva nuovamente ceduta nel giro successivo a Curva Grande e se l’era definitivamente riguadagnata dopo il rettilineo principale al sesto giro. Tornato quarto, il monegasco del Cavallino da lì in poi si può limitare solo a conservare la posizione: nessun problema a farlo, ma non manca la delusione per l’impossibilità di poter ambire a qualcosa di più.
Con Norris nuovamente primo, è lecito aspettarsi che la gara sia già finita come tante volte già avvenuto nel corso di questo 2025. Ma Monza è diversa dalle altre piste della Formula 1, e Verstappen al quinto giro sfrutta l’assetto completamente spregiudicato che aveva studiato insieme alla Red Bull e svernicia la McLaren all’esterno della Prima Variante, tornando in testa al Gran Premio d’Italia. Con un carico aerodinamico maggiore, le due monoposto papaya si vedono costrette ad attendere ulteriori colpi di scena che però non arrivano. Anche perché le gomme medie di Max tengono alla grande, e l’olandese continua a volare anche dopo aver montato le hard al giro 38. Strategia simile è quella della Ferrari, fortissima in rettilineo e più in difficoltà nelle curve a lunga percorrenza come Lesmo e Parabolica. Ma il cuore non basta: anche Leclerc e Hamilton cambiano gomme una sola volta, ma restano fuori dal podio. Peccato per Lewis, partito decimo per la penalità rimediata in Olanda: l’inglese, molto aggressivo a inizio gara e ben presto sesto dopo una serie di spettacolari sorpassi, non ha modo di attaccare George Russell che era e resta quinto.
Ultimo ma non irrilevante aspetto da definire riguarda quindi l’ordine del podio. Norris e Piastri restano in pista con le eccezionali gomme medie della Pirelli fino addirittura al giro 46 (su 53 totali): con gomme soft nel finale, in caso di Safety Car sarebbe stata ancora doppietta orange. Invece Verstappen resta primo, e al traguardo avrà oltre 19 secondi di vantaggio sul primo inseguitore. Che resta Norris, ma in maniera non banale: al suo pit stop l’anteriore sinistra non entra, facendo perdere all’inglese la posizione su Piastri. Il muretto chiede quindi a Oscar di restituire la posizione al compagno, per poi poterlo eventualmente attaccare nei cinque giri conclusivi. Con un mondiale ancora da assegnare, il leader della classifica esegue l’ordine e alla fine non troverà nemmeno il modo di tentare il sorpasso.
Va detto che Piastri aveva poco da perdere (i punti di vantaggio su Norris restano comunque 31), ma una simile gestione dei propri piloti da parte della McLaren, consapevole di averne danneggiato uno per un proprio errore, resta tutt’altro che banale. Così come la risposta dei protagonisti in pista. I precedenti peraltro non mancano, dato che gli stessi due piloti fecero qualcosa di simile solo un anno fa in Ungheria e si ricorda un celebre precedente tra Hakkinen e Coulthard a Melbourne 1998 che divenne addirittura il pretesto per una pubblicità. Il clima è quindi buono tra i due, ma è inevitabile che prima o poi si tornerà a fare sul serio. Verstappen permettendo, dato che il ritrovato olandese è tornato a fare la voce grossa con la terza vittoria stagionale (curiosamente, dopo Suzuka, anche l’altra era arrivata su suolo italiano dato che si era ad Imola). Chi resta vicina al vertice, potendo però solamente guardarlo a distanza, è la Ferrari: i miglioramenti ci sono e sono innegabili, ma ancora non basta.
Max Verstappen saluta il pubblico dal gradino più alto del podio del Gran Premio d’Italia a Monza (credits: Oracle Red Bull Racing)