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Outdoor 23 Novembre 2025di Marco Enzo Venturini

McLaren squalificate, Las Vegas rimette in gioco Verstappen

Volti distesi al termine di un Gran Premio di Las Vegas intenso ma poco spettacolare, se non per i tanti momenti che l’organizzazione ha previsto per attirare l’occhio delle telecamere e il reel facile sui social anche a discapito delle imprese dei piloti in pista. Nessuno si aspetta però che, circa quattro ore e mezza dopo la bandiera a scacchi, cambierà tutto. Per quanto riguarda l’aspetto prettamente sportivo, si può ribaltare l’antico adagio: tanto piovve che alla fine non tuonò. E infatti i risultati della pista confermano gli equilibri di questo lungo autunno, con un Max Verstappen di nuovo protagonista assoluto e che torna al successo, Lando Norris sornione secondo e sempre più vicino a laurearsi campione del mondo, Oscar Piastri  opaco ma quarto e una Ferrari da rimandare se non da bocciare in toto. Dopo una lunghissima attesa, però, arriva la squalifica delle due McLaren che riapre completamente la corsa al mondiale: il successo dell’olandese della Red Bull, complice lo 0 raccolto dai due rivali all’iride, lo proietta a pari punti con Piastri con entrambi a -24 da Norris. Che resta senz’altro favorito per il titolo, ma a sole due gare dalla fine del campionato può ora succedere di tutto.

Il vincitore di giornata si decide già alla prima curva, dove si rivede il «classico» Norris che tanti dubbi su di sé aveva attirato in passato. L’inglese ancora una volta rischia di farsi bruciare al via dall’amico-nemico Verstappen, stavolta però mostra gli artigli e gli sbarra la strada con il solo risultato di mancare il punto di frenata e perdere comunque la posizione ritrovandosi anche dietro alla Mercedes di Russell. Piastri è più indietro, bloccato alle spalle – tra gli altri – di Sainz e Hadjar: così l’inglese ritrova però ben presto la lucidità che gli permette di gestire una gara non da vincere, ma in cui raccogliere il più ampio bottino di punti possibile. Un ragionamento da pilota consapevole di avere il titolo in pugno. Tutto sarà però vanificato dalla scoperta che le due McLaren hanno consumato troppo il fondo: un guaio in cui in passato è incappata anche la Ferrari, e il cui unico risultato possibile è l’estromissione dalla classifica finale.

La fatica di Verstappen però dura solo pochi giri anche in pista: quelli necessari a resistere alla voglia di vincere di Russell. Una volta respinto l’unico, vero, grande «nemico» che gli rimane in griglia, l’olandese può invece permettersi il lusso di divertirsi. Arriva infatti una vittoria in carrozza, suggellata dal giro veloce ottenuto addirittura all’ultimo giro. Alle sue spalle si piazzerebbe alla fine proprio Norris, con un secondo posto che Russell sembra costretto a cedere per noie allo sterzo e alle gomme nel secondo stint di gara. A tagliare il traguardo al quarto posto è un sensazionale Kimi Antonelli, partito dalla 17esima casella in griglia e abile a sfruttare al meglio l’occasione di cambiare le gomme al terzo giro per la Virtual Safety Car. Incredibile la sua gestione delle hard per 42 giri del lunghissimo tracciato di Las Vegas, con 5 secondi di penalità da scontare e gli assalti di Piastri alle sue spalle da respingere. Con Leclerc alle calcagna, peraltro. Ancora più irreale il domino che si scatena dopo il traguardo: il bolognese viene prima retrocesso al quinto posto per una penalità, poi promosso al terzo per la squalifica delle due McLaren.

E la Ferrari? Le due Rosse riscattano solo in parte in gara i disastri del sabato, con la pioggia che ancora una volta aveva mandato in crisi la SF-25. Eppure le cose sembravano essersi messe bene per Leclerc, partito nono, ben presto sesto e capace addirittura di superare Piastri al dodicesimo giro. Peccato che a metà gara (esatta: 25° giro su 50) sia necessario smontare le gomme medie a vantaggio delle hard, che ancora una volta rallentano le prestazioni della monoposto del Cavallino. A questo si aggiunge una chiamata non perfetta dei box, che fa perdere al monegasco tempo prezioso in una evitabile battaglia con Sainz permettendo a Piastri di riportarsi davanti. I due si ritroveranno incollati negli scarichi di Antonelli, con la numero 16 che però crollerà proprio nei tre giri finali permettendo a Kimi di conservare i 5 secondi di vantaggio necessari per mantenere la quinta posizione a discapito della Ferrari. A posteriori è quindi un podio perso per Charles, vittima di una lunga serie di piccoli errori e circostanze.

Ancora più complicato il fine settimana di Hamilton. Costretto a partire in ultima posizione da un suo errore in qualifica (aveva rallentato per un semaforo rosso che non lo riguardava), l’inglese chiude il primo giro già al tredicesimo posto sfruttando la bagarre al via. Poi però trascorre buona parte della gara alle spalle di un imperturbabile quanto insorpassabile Ocon, subisce il tamponamento dello spericolato Albon (una volta tanto senza conseguenze), quindi instaura un duello con Hulkenberg per il nono e decimo posto alla fine vinto dal tedesco della Sauber. Alla fine diventerà ottavo, ma il quadro non migliora più di tanto. Non il miglior finale di una settimana il cui scopo era rispondere alle reprimende di John Elkann che voleva riportare l’attenzione sulle prestazioni in pista della Ferrari, piuttosto che sulle polemiche.

Tutto però sfuma, al cospetto di una Formula 1 che deve attendere mezz’ora per vedere i piloti sul podio dopo la fine della gara, per lasciare spazio alla loro parata su una Cadillac di Lego e poi di un concerto di fuochi d’artificio davanti all’Hotel Bellagio con Topolino direttore d’orchestra. Poi, quattro ore e mezza dopo, apprende che la classifica era tutta sballata. Ma, forse, lo spettacolo era più importante del risultato sportivo…

Pioggia di bollicine per Max Verstappen che, vincendo a Las Vegas e con la complicità della squalifica comminata alle McLaren, è tornato prepotentemente in corsa per il titolo iridato piloti (credits: Oracle Red Bull Racing)