Indimenticato e indimenticabile Mino Favini. Così la famiglia dell’Atalanta ricorda il suo scopritori di talenti nel sesto anniversario della sua scomparsa, che ricorre mercoledì 23 aprile. Un profondo conoscitore del calcio, ma soprattutto – come viene sottolineato dalla società che a Zingonia ha intitolato a suo nome l’Accademia – un grande maestro di vita. Si, perché Mino Favini era conosciuto per avere scoperto e lanciato tanti promettenti calciatori, contribuendo a fare del settore giovanile dell’Atalanta un fiore all’occhiello e un esempio di conduzione e valorizzazione del vivaio, ma ha saputo trasmettere ai suoi talenti in erba i valori autentici che devono accompagnare la passione nel corso della maturazione. La sua lezione è stata “farne degli uomini prima che calciatori”. L’Atalanta ne sottolinea, giustamente, gli insegnamenti, la gentilezza e il sorriso, che continuano a rappresentare il segno distintivo di una figura intramontabile, punto di riferimento per chi ne ha raccolto l’eredità. Decisamente lungo l’elenco dei giovani calciatori che hanno intrapreso la carriera partendo dagli insegnamenti di Mino Favini, tra i cui allievi c’è stata anche Luca Percassi, dedicatosi all’imprenditoria dopo una breve esperienza calcistica fino a ricoprire il ruolo di amministratore delegato dell’Atalanta. Parlando del suo maestro, Luca Percassi ha sottolineato più volte come Favini fu voluto da suo padre già nella prima presidenza. “Ha dato continuità e gloria al nostro settore giovanile portandolo ai massimi livelli. Quando è venuto a mancare, il minimo riconoscimento è stato intitolargli l’Accademia, di cui sarebbe stato molto orgoglioso” – ebbe a dichiarare Luca Percassi un paio di anni fa in una intervista. Maestro di calcio e di vita, Mino Favini ha insegnato a seminare bene. E l’Atalanta continua a raccoglierne i frutti.
Mino Favini è stato dirigente del settore giovanile dell’Atalanta per 24 stagioni (credits: atalanta.it)