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Outdoor 16 Settembre 2025di Marco Enzo Venturini

Mondiali di Ciclismo in Ruanda, tra luci e ombre

Mancano pochi giorni ai Mondiali di Ciclismo, che nel 2025 sono ospitati dal Ruanda e prendono il via domenica il 21 settembre per giungere a conclusione domenica 28. Una prima volta storica, dato che mai la manifestazione si era tenuta nel Continente africano da quando esiste, ma l’altra faccia della medaglia è che purtroppo non mancano i problemi. E questi ultimi sono di natura logistica, organizzativa e non solo. Le corse si terranno a Kigali, capitale e città più popolosa della repubblica del Ruanda, che si colloca a circa 1500 metri sopra il livello del mare ed è circondata da colline e montagne. Un aspetto che rende senz’altro interessanti le varie prove in calendario, a partire dalla gara in linea maschile élite, ma ovviamente c’è in ballo anche molto altro. Grande obiettivo della settimana è infatti quello di dare una vetrina all’Africa intera e in particolare al Ruanda, che punta al successo dei Mondiali per consolidare la propria fama e magari puntare a trasformarsi in un polo continentale per lo sport. Del resto lo slogan dell’evento è «Riding New Heights»: nuove vette, senz’altro sportive, ma anche culturali. Quelle che riguardano lo sviluppo e la bellezza dell’intero Continente, che vuole sempre più espandersi nella considerazione mondiale con un occhio sempre aperto anche all’inclusione. Ma purtroppo le ombre non mancano.

Questa zona del mondo è infatti tra quelle che purtroppo non stanno vivendo anni di pace. Nella vicina regione del Kivu, situata sul confine con la Repubblica Democratica del Congo, è in corso una delle numerose guerre che falcidiano l’Africa di oggi. E il Ruanda appoggia le milizie M23, che hanno dato il via agli attacchi bellici. Al netto di questo già macroscopico problema, Kigali è raggiunta da pochissimi voli internazionali ed è molto complicata da raggiungere. Farlo, oltretutto, costa molto: un aspetto che tante delegazioni hanno dovuto considerare e affrontare, con il risultato che i Mondiali di Ciclismo in Ruanda rischiano già ora di presentare squadre nazionali estremamente mutilate rispetto al consueto. E questo aspetto riguarda non solo l’organico in generale, ma anche le varie discipline che esse affronteranno.

In altre parole: ci saranno meno atleti del previsto, e mancheranno anche diversi big che hanno declinato l’invito a partecipare all’evento. Spicca Jonas Vingegaard, asso danese della cronometro che non ci sarà, ma effetto fa soprattutto scorrere gli effettivi degli Stati Uniti: i grossi nomi della delegazione a stelle e strisce mancheranno praticamente tutti. Discorso diverso per l’Italia, con la Federciclismo che da mesi ha posto il mirino sui costi elevatissimi della trasferta africana, ma che nel frattempo ha confermato che si presenterà ai Mondiali con l’organico al gran completo: vale per le due squadre preparate per le gare su strada, sia quella maschile che quella femminile. Si tratta di 27 atleti in tutto, con il presidente federale Cordiano Dagnoni che ha commentato: «Questo dimostra come lo sforzo di razionalizzazione di una spedizione onerosa non inciderà minimamente sull’aspetto agonistico».

Attenzione quindi al programma (aprono la crono maschile e femminile, chiude la prova in linea degli uomini) e ai grandi favoriti (per la prova in linea maschile, che si prospetta più impegnativa e difficile di una Liegi-Bastogne-Liegi o di un Giro di Lombardia, è inevitabilmente lo sloveno Tadej Pogačar, mentre il suo connazionale Primož Roglič figura tra gli assenti), che potrebbero essere mescolati da questi aspetti destinati a rendere i Mondiali 2025 tra i più storici di sempre. Indipendentemente da quelle che erano le intenzioni iniziali.

Cordiano Dagnoni, presidente della Federazione Ciclistica Italiana (credits: FCI – cordianodagnoni.it)