La MotoGP riparte da Portimão, appuntamento iridato che avrebbe dovuto rappresentare un punto di svolta per il campionato. E curiosamente, nonostante sia ormai tutto assegnato (il titolo costruttori alla Ducati, quello di campione del mondo a Marc Marquez, addirittura quello di vicecampione al fratello Alex), il Gran Premio del Portogallo potrebbe rivelarsi molto importante per determinare numerosi equilibri in griglia. Ma non quella del 2025, ma già quella del 2026.
Inevitabile partire dal grande assente: proprio il fresco campione Marc Marquez. Il catalano è ancora alle prese con la riabilitazione necessaria dopo la frattura della clavicola a Mandalika e la successiva operazione alla scapola destra. Inizialmente si parlava di un suo possibile ritorno in pista proprio a Portimão, che però la Ducati ha voluto annullare per ragioni di cautela. Ad esse sembrano però essersene aggiunte altre, suggerite dal responsabile medico della MotoGP Angel Charte. Quest’ultimo ha parlato con gli spagnoli di «AS», definendo l’infortunio «grave». «Quel braccio destro ha subito quattro interventi chirurgici ed è molto danneggiato. L’omero è un osso importante, che necessita di un recupero lungo e prudente. Tanto più che hanno trovato una vite piegata, che nel frattempo hanno recuperato. Ma tornare troppo presto in pista potrebbe mettere a repentaglio la sua carriera. Sarebbe un terribile azzardo», ha dichiarato il medico.
Chiaro che, considerati i precedenti clinici di Marc Marquez, ma anche il calvario di Jorge Martin in questa stagione, in casa Ducati sia il tempo della cautela e anche di un briciolo di preoccupazione. Tanto che, sui mitici e sempre insidiosi saliscendi del circuito lusitano, la dirigenza di Borgo Panigale farà serie valutazioni sui suoi altri portacolori. Il primo è come sempre Bagnaia, che continua ad avere nel mirino il terzo posto mondiale (al quale non vuole però rinunciare Marco Bezzecchi, nonostante le difficoltà delle ultime settimane in sella alla sua Aprilia). E Pecco punta a dare continuità ai buoni segnali della Malesia. «A Sepang ho trovato un feeling migliore con la moto e sono riuscito a spingere – ha osservato -. Il sabato è stato molto positivo, purtroppo la domenica non è andata nello stesso modo per tante ragioni. Qui proveremo a stare davanti, ma è chiaro che nel 2026 voglio poter correre e lottare in modo diverso. Spero di non trovarmi di fronte nemmeno un terzo dei problemi che ho avuto nel 2025».
Nel frattempo accanto a Bagnaia a Portimão ci sarà Nicolò Bulega, al debutto in MotoGP direttamente su una Ducati del Team Factory dopo la lotta iridata in Superbike con Toprak Razgatlioglu. Una dimostrazione importante di fiducia, che potrebbe anche rappresentare la svolta della sua carriera. «E pensare che avevo quasi rinunciato all’idea di tornare nel Motomondiale», ha commentato l’emiliano che ripartirà con presupposti molto diversi dalla sua ultima gara in Moto2 del 2021. «Sono davvero contento di questo ritorno, è una bella storia ma la ritengo ancora molto acerba. La SBK mi ha ridato tanto, permettendomi già al primo anno di lottare per il titolo. Ora sono qui come sostituto, ma già questa è una grande soddisfazione. Le differenze sono tante, ma alla fine è una moto. Non una navicella spaziale. Quindi si può fare». E chissà che un suo eventuale exploit non possa cambiare i programmi di Borgo Panigale…
Nel Gran Premio del Portogallo, Bagnaia avrà accanto Nicolò Bulega, al debutto in MotoGP su una Ducati del Team Factory (credits: Ducati Corse)





