E’ lecito chiedersi se l’Atalanta meritasse di figurare nella cinquina delle squadre candidate al Pallone d’Oro. Una domanda legittima, come attesa, meritata e legittima è la nomination attribuita a Gian Piero Gasperini, artefice della crescita e del consolidamento dell’Atalanta a livello continentale culminati nella conquista della Europa League. Gian Piero Gasperini, presente nella lista per il miglior allenatore dell’anno, condivide il parterre con Carlo Ancelotti, con il quale tornerà a confrontarsi a Bergamo in Champions il 10 dicembre dopo il match di Supercoppa europea, Xabi Alonso, Luis De La Fuente, Lionel Scaloni e Pep Guardiola, al quale pure ha dato filo da torcere nella gara di ritorno a San Siro nella fase a gironi nell’anno della prima esperienza in Champions, poi culminata (in piena emergenza pandemica) nella qualificazione alla Final Eight a Lisbona e nella semifinale sfiorata con il Paris St Germain. Anche se Gasperini non sarà “Allenatore dell’Anno”, l’inserimento tra i sei finalisti è di per sé un prestigioso riconoscimento. Il confronto è con i migliori in assoluto: Ancelotti ha ottenuto l’ennesimo successo in Champions League con il Real Madrid, per poi arricchire la bacheca con la Supercoppa a cui l’Atalanta ambiva; Guardiola con il City ha vinto nuovamente la Premier League; Xabi Alonso ha guidato il Leverkusen a una stagione da record, con il solo ko inflitto dall’Atalanta nella finale di Europa League a Dublino. Poi ci sono due selezionatori di Nazionali: Luis de la Fuente vincitore dell’Europeo con la Spagna e Lionel Scaloni che ha portato l’Argentina al successo in Copa America. Stiamo parlando del gotha internazionale. E’ in questa dimensione che sta la grandezza dell’Atalanta e del suo allenatore, con un team dirigenziale che ha costruito un gruppo squadra sempre più competitivo, sopperendo con abilità anche agli imprevisti e alle situazioni meno favorevoli com’è accaduto ad inizio di questa stagione. Cambiati gli interpreti, l’Atalanta riprende ad interpretare il gioco secondo le caratteristiche che rappresentano il marchio identitario di Gasperini. Ecco perché nella squadra dell’anno avrebbe meritato un posto l’Atalanta. Intoccabili Real Madrid e Manchester City, riconosciuto il dominio del Bayer Leverkusen spezzato proprio dall’Atalanta, la nomination della squadra di Gasperini poteva starci al posto di una tra Borussia Dortmund e Girona.
C’è, però, anche un doppia prima volta. Nella lista del migliore giocatore, in cui, dopo 21 anni, non sono presenti tra i 30 candidati i due calciatori che ne hanno vinti di più nella storia, Leo Messi (8) e Cristiano Ronaldo (5), c’è Ademola Lookman. Non era mai capitato a un giocatore dell’Atalanta di finire nel novero dei candidati. La tripletta nella finale di Dublino ha inciso indubbiamente sulla scelta. Lookman non sarà Pallone d’Oro, ma avrà capito che meriti e riconoscimenti acquisiti giocando a Bergamo valgono doppio, anzi triplo.
Gian Piero Gasperini con il presidente Antonio Percassi a Dublino dopo il trionfo in Europa League (Ph: A. Mariani)