La Formula 1 festeggia il suo 75esimo compleanno lì dove tutto cominciò, a Silverstone, con una delle gare più interessanti e folli degli ultimi anni. A non cambiare sono i colori dei due primi classificati: l’arancione papaya delle McLaren, di nuovo vittoriose in patria per la prima volta dal 2008. Il Gran Premio di Gran Bretagna va però al «padrone di casa» Lando Norris, che riapre il mondiale riportandosi a -8 dal compagno Oscar Piastri che paga carissimo uno dei tantissimi errori visti in una folle domenica. Diversi dei quali portano purtroppo la firma di Charles Leclerc, che chiude penultimo un weekend stregato per lui. Meglio Lewis Hamilton, quarto dopo aver sognato a lungo un podio che sarebbe stato per lui l’undicesimo di fila in patria. Terzo chiude però Nico Hulkenberg, per la favola più bella della giornata.
A Silverstone succede di tutto, sin da prima della partenza. A mezz’ora dal via scoppia sopra il circuito un acquazzone che sembra poter subito condizionare pesantemente la gara: non sarà l’ultimo. Il Gran Premio però comincia con il cielo sgombro, anche se la pista è ancora bagnata. Qui arriva il primo colpo di scena, e anche il primo errore della Ferrari: diversi piloti nemmeno partono dalla griglia, ma rientrano ai box per montare gomme da asciutto. Tra loro c’è Leclerc, che resta invischiato nelle retrovie e non ne uscirà più. Numerosi sono gli errori in pista, tanto che viene ordinata per due volte la Virtual Safety Car, poi quella reale per un pesante tamponamento nei confronti di un Kimi Antonelli a disagio per l’intera gara prima di ritirarsi.
Nel frattempo Piastri aveva superato di slancio Max Verstappen in uno dei rari giri lanciati in un Gran Premio di Gran Bretagna che rimane frammentatissimo per oltre venti giri. La pioggia fa volare la McLaren, che si conferma inarrestabile e addirittura inanella con entrambi i piloti una lunga serie di giri più veloci di ben due secondi rispetto a chiunque altro. Soffre invece la Ferrari, che sull’asciutto volava. Leclerc è costretto a un’escursione sull’erba, ma anche Hamilton davanti a lui deve lasciare il passo a Gasly e Ocon lamentandosi con i box della sua Ferrari, completamente priva di stabilità.
Il caos prosegue al 22° giro, quando la Safety Car rientra ai box e una frenata troppo brusca di Piastri in testa costringe Verstappen a superarlo per evitare guai. L’olandese un paio di curve dopo si gira, estromettendosi dalla corsa per podio o vittoria: chiuderà quinto. Paga però anche l’australiano della McLaren, che rimedia una penalità di 10 secondi spianando la strada per la vittoria del compagno. Solo al 35esimo giro, su 52 totali, le acque si placano (in tutti i sensi) e su una pista finalmente praticabile bisogna solo portare le macchine al traguardo. Peccato che macchie di umido continuino a insediarsi un po’ dappertutto, e non manchino ulteriori errori: vanno lunghi Piastri e Hamilton, entrambi nella storica sequenza delle Becketts, finisce in ghiaia anche Leclerc in un punto decisamente più scomodo come la curva Stowe. Un’escursione che lo fa precipitare dall’ottavo al quattordicesimo posto, precedendo solo il disperso Tsunoda sul traguardo.
Non è irrilevante però nemmeno lo sbaglio di Hamilton, che in condizioni di pista migliori aveva finalmente iniziato a girare ad altissimo ritmo lanciandosi all’inseguimento del terzo posto. A occuparlo è però Nico Hulkenberg, perfetto nelle scelte giuste degli pneumatici nei momenti cardine della gara. Il tedesco resiste e regala a se stesso e alla sua squadra una giornata storica: la Sauber non saliva sul podio da Suzuka 2012, ma il suo pilota 37enne addirittura non ci era mai riuscito in 238 gare in Formula 1. Un record assoluto e una maledizione che finalmente si infrangono. Quella giusta si rivela infatti la numero 239: un premio meritatissimo per un’ex promessa del Circus mai pienamente mantenuta, e per un pilota di grande talento e costanza (durante le sue 14 stagioni in Formula 1 ha fatto in tempo a vincere la 24 Ore di Le Mans nel 2015) che troppo spesso è stato frenato da scelte sbagliate e treni mai passati. Il suo exploit costa a Hamilton il podio che dal 2014 aveva sempre conquistato a Silverstone, ma il competentissimo pubblico inglese capisce e canta il nome di Hulkenberg per l’intera cerimonia del podio. Pensare a un compleanno più bello per la Formula 1 era difficile. Tranne, forse, se il tuo nome è Charles Leclerc.
Vincendo a Silverstone, Lando Norris si è portato a -8 dal compagno Oscar Piastri (credits: McLaren)