Quando si ha la consapevolezza di essere in ritardo nei confronti dei rivali, e capita una gara caotica e in cui le gerarchie possono essere sovvertite, bisogna trovare il modo di ricavare il massimo risultato possibile. Esattamente il contrario di quanto avvenuto a Melbourne per la Ferrari, che nel corso del Gran Premio d’Australia ha scoperto di essere al momento molto inferiore rispetto alla McLaren, e probabilmente anche dietro a Red Bull (quantomeno quella di Max Verstappen) e Mercedes. Intanto la prima vittoria dell’anno è andata a Lando Norris, che aggiorna gli almanacchi della storia della Formula 1.
Al termine di una corsa pesantemente condizionata dal meteo, con forte vento e intermittenti raffiche di pioggia, il britannico si è regalato un successo che per l’intera domenica era parso saldamente nei suoi pugni, con un dominio messo in dubbio solo dall’ultimo scroscio d’acqua sull’Albert Park di Melbourne. In passato Norris aveva perso gare in condizioni simili: stavolta ha resistito alle avversità e soprattutto a Verstappen, al quale ha strappato la leadership del mondiale per la prima volta da 63 Gran Premi. Ossia da Montmelò 2022, una vita fa. Non solo: è la prima volta che la McLaren si porta davanti a tutti nel campionato piloti addirittura dal Canada del 2012. Il tutto dopo una prova di forza impressionante.
Sia sotto la pioggia, sia con l’umido, sia in condizioni miste, sia su pista ormai asciutta, sia dopo un improvviso acquazzone, la McLaren si è mostrata enormemente più competitiva rispetto a chiunque altro, con il solo Verstappen in grado di tenere testa a Norris e Piastri. E forse grazie alla sua classe e alla sua grinta più che alla sua Red Bull. Tutto all’opposto la prova della Ferrari, che già partiva da un sabato deludente e ha poi dovuto accettare una domenica con Charles Leclerc ottavo e Lewis Hamilton decimo.
Nulla è andato come a Maranello era lecito sperare. L’unica fiamma di Leclerc è arrivata al via, con il doppio sorpasso su Albon e Tsunoda alla seconda curva. Poi il suo ritmo si è rivelato in qualsiasi condizione inferiore alle McLaren, a Verstappen e anche a Russell. Hamilton addirittura è rimasto a lungo imbottigliato dietro la Williams di Albon, senza possibilità di sopravanzarlo e peraltro battibeccando più volte con il nuovo ingegnere di pista Riccardo Adami. Le numerose Safety Car hanno sparigliato molte carte, ma alla lunga ha persino peggiorato quelle in mano alla Ferrari con un azzardo che non ha pagato. Al 45° giro, con pista ormai asciutta e un nuovo acquazzone in arrivo, Hamilton e Leclerc hanno mantenuto le gomme hard ritrovandosi primo e secondo ma sotto la bufera: il ritardo del pit stop li ha quindi fatti precipitare entrambi ai margini della zona punti. Scelta condivisa tra piloti e muretto e quindi concorso di colpa: poteva essere più prudente differenziare la strategia.
A trarne beneficio, oltre a Norris e Verstappen, certamente Russell (che ha completato il podio anche grazie a un errore di Piastri sulla seconda McLaren) ma soprattutto Kimi Antonelli. Il bolognese ha concluso la gara in un sensazionale quarto posto, diventando il secondo pilota più giovane della storia ad andare a punti in Formula 1 alle spalle solo di un certo Max Verstappen. Una prestazione praticamente impeccabile e da veterano, tanto più che è arrivata in un Gran Premio complicatissimo e in cui tutti gli altri rookie hanno pesantemente steccato (Hadjar è finito a muro addirittura nel giro di formazione, Doohan, Lawson e Bortoleto hanno fatto lo stesso in gara, Bearman aveva commesso due errori analoghi nel corso delle prove libere). Proprio il diciottenne della Mercedes regala gli unici, timidi sorrisi agli appassionati italiani della Formula 1 al termine del weekend australiano. Per esultare grazie alla Ferrari bisognerà ancora aspettare.
Vincendo in Australia, Lando Norris ha strappato la leadership del mondiale a Max Verstappen dopo 63 Gran Premi (photocredits: McLaren)