Oney Tapia sentenza amara

Federica Sorrentino |

“Perdere la vista è devastante ma anche una rinascita”, aveva dichiarato poco tempo fa Oney Tapia, il campione paralimpico non vedente di atletica leggera residente a Sotto il Monte, il quale attraverso lo sport ha iniziato un nuovo percorso di vita. Percorso ora interrotto per non avere comunicato, come avrebbe dovuto, le sue residenze temporanee, un obbligo introdotto per consentire controlli antidoping a sorpresa sugli atleti. Una dimenticanza costata a Oney Tapia una pesante sanzione inflitta dalla Procura nazionale antidoping di Nado Italia: un anno di squalifica a partire dal 6 febbraio scorso. Una condanna dopo il patteggiamento, che mette a rischio il proseguimento di carriera di Tapia, che non potrà allenarsi e dunque preparare al meglio l’appuntamento con Parigi 2024, ovvero quella che sarebbe la sua terza partecipazione alle Paralimpiadi. Il 47enne atleta cubano naturalizzato italiano ha conquistato una medaglia d’argento del disco a Rio 2016 e due volte il bronzo, disco e peso, a Tokyo 2020, oltre a essere stato primatista mondiale del disco.

“Al di là delle belle parole che accompagnano i successi e dei buoni propositi che tanti dichiarano, la vita di una persona non vedente non è facile quando si tratta di adempiere alle pratiche burocratiche, ovvero documenti da compilare – ci ha detto Oney Tapia – Mi sarei aspettato che una volta accortisi del mio errore, ne fossi avvisato. Per quanto riguarda le mancate comunicazioni, a parte l’episodio in cui sono stato derubato in treno e che ho denunciato, negli altri due casi tutti erano a conoscenza che mi trovassi a Jesolo per il Grand Prix e poi all’Aquila per il campionato di goalball con la squadra di Omero Bergamo. Sono una persona integra, non mi sono mai nascosto. Sono una persona che segue e costruisce un movimento. Alla fine, mi sono sentito lasciato solo. Questa è l’amarezza più grande. Ciò nonostante, farò di tutto per dimostrare la mia onestà e porterò avanti le mie azioni per difendere la mia integrità fisica e morale. Ho dovuto patteggiare per lasciare aperta la porta degli Europei e delle Paralimpiadi 2024. Ciò che è capitato a me, potrebbe riguardare altre persone non vedenti. So che dopo la sentenza che mi ha riguardato, hanno attivato uno sportello che prima non c’era”.

Oney Tapia sulla pedana del disco in una foto di archivio (credits: Mantovani/Fispes)

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