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Oratori un modello in cui Atalanta si riconosce

25 Gennaio 2025

Federica Sorrentino

Gli oratori credono nello sport e lo sport crede negli oratori. Con questo principio l’ottuagenario CSI Bergamo, presieduto da Gaetano Paternò, ha promosso, all’oratorio di Torre Boldone, un confronto per riaffermare che lo sport è un elemento culturale e un mattone fondamentale nel cammino educativo. “Gli oratori sono presidi educativi (259 a Bergamo e provincia) all’avanguardia dal punto di vista dell’accoglienza e della promozione sportiva – ha sottolineato il presidente nazionale Vittorio Bosio, ricordando che il CSI è una realtà da 1,5 milioni di aderenti, per il 60% sotto i 16 anni – Abbiamo accolto sempre le persone non per ciò che potessero diventare, ma per favorirne la crescita, e sotto questo aspetto Bergamo ha rappresentato un modello”.

Decisamente impattante la testimonianza di Roberto Samaden, responsabile settore giovanile Atalanta. Dirigente più vincente di sempre nella disforia del calcio giovanile nazionale con 19 titoli, ma anche responsabile della sezione per lo sviluppo del calcio giovanile nazionale della Figc, Samaden è intervenuto per ribadire il legame a doppio filo tra sport professionistico e attività sportiva di base “per crescere campioni non solo in campo”.

“Sono nato anch’io in oratorio – ha raccontato Samanden, di fronte alla platea di formatori e volontaria del mondo oratoriale – Occuparsi dei giovani è un lavoro bellissimo. Ho avuto la fortuna di incontrare don Alessio Albertini, fratello di Demetrio, il quale nel 1992 ha creato “Il tesoro del campo” nella sua parrocchia milanese, coinvolgendomi in un percorso formativo, e don Carlo Mazza, che ho conosciuto a Treviglio e verso il quale mi ha indirizzato Giacinto Facchetti”. C’è una premessa importante che viene presentata in avvio di ogni corso di responsabile settore giovanile della Figc. “Il calcio giovanile deve essere educativo, formativo e sociale – si legge in questa sorta di manifesto – Il responsabile del settore giovanile, sia a livello professionistico che dilettantistico, deve creare l’ambiente adatto per favorire la crescita dei giovani. La vittoria e la performance non sono perciò una finalità primaria, bensì una naturale conseguenza delle nostre premesse”.

“Credo ci si debba preoccuparsi più di ciò che sta fuori dal campo. Sbagliato credere che più si è bravi in campo, più si cresce – ha spiegato Samaden – Nel calcio avremmo bisogno del modello oratoriale. Il punto di forza dell’Atalanta è l’ambiente dove, Lucia Castelli, psicopedagogica del settore giovanile, si occupa dell’orientamento scolastico a partire dai 14 anni e promuove il confronto  con i genitori dei piccoli calciatori. La soddisfazione è vedere quanti ragazzi si sono formati per diventare adulti forti dei valori che hanno acquisito e con cui sono cresciuti”.

“A Bergamo e provincia le realtà oratoriali promuovono e fanno svolgere l’attività sportiva ai ragazzi – ha aggiunto Samaden – Credo che ciò rappresenti un’eccellenza a livello italiano. Di conseguenza, Atalanta, a prescindere da quelli che sono gli obiettivi principali, ovvero di avere i migliori ragazzi, sente il dovere di mettersi a disposizione del territorio e avere rapporti con realtà che promuovono l’attività sportiva in maniera corretta. Il calcio giovanile deve essere educativo, formativo e sociale. Negli oratori questo avviene. Le società sportive, compresa l’Atalanta, hanno bisogno che soprattutto nelle prime fasce d’età ci sia questo tipo di approccio e avere rapporti con gli oratori è una cosa assolutamente naturale”.

Roberto Samaden, responsabile settore giovanile Atalanta, durante il suo intervento al convegno “Oratori e Sport” (credits: Pernice Editori)

Vittorio Bosio, presidente nazionale CSI, e Gaetano Paternò, presidente CSI Bergamo (credits: Pernice Editori)