Milano, 7°
Calcio 10 Dicembre 2025di Federica Sorrentino

Palladino ritrova spirito e identità di squadra in una serata storica

La notte di Bergamo regala all’Atalanta una stellare pagina europea. Il 2-1 rifilato al Chelsea, campione del mondo pochi mesi fa, non è soltanto un risultato importante, ma soprattutto un manifesto d’identità ritrovata. Raffaele Palladino, presentatosi alla conferenza stampa del post partita non ancora consapevole di essere il primo tra gli allenatori italiani nella classifica della fase a gironi di Champions, si è detto soddisfatto di avere rivisto lo spirito autentico con cui l’Atalanta deve scendere in campo.

Il primo pensiero del tecnico è andato alla capacità di reagire, soprattutto dopo il passo falso a Verona, che Palladino definisce un episodio inspiegabile: “Non me lo spiego, ancora non ho trovato il motivo. Non possiamo essere così diversi tra il campionato e la Champions”. Il messaggio è chiaro: la squadra deve trovare continuità, perché “le partite si possono perdere, ma lo spirito non deve mai mancare”. Contro il Chelsea questo spirito è riemerso. Il mister ha sottolineato come il gruppo abbia nel proprio dna “questa competitività fondamentale”. “Le partite più sono difficili e dure e più vogliono competere con gli avversari. Oggi l’hanno fatto in maniera perfetta e con coraggio”, ha ribadito, convinto che prestazioni così debbano diventare il punto di riferimento. Sullo spirito con cui è stata affrontata la gara, Palladino ha affermato: “Mi è piaciuto che hanno capito il senso della partita. Erano uniti. Hanno fatto una partita di grande qualità tecnica, di coraggio, contro avversari forti e temibili”. Una compattezza che ha permesso all’Atalanta di tenere testa a un avversario tecnicamente molto forte, come il tecnico stesso ha ammesso. La squadra ha mostrato qualità e personalità, regalando ai tifosi una notte speciale: “Davanti ai nostri tifosi abbiamo regalato una partita magica”. Durante l’intervallo ha ammesso che c’è stato qualche aggiustamento: “Abbiamo visto delle clip e messo a posto alcune cose. Poi il resto lo hanno fatto i giocatori in campo”.

Nessun elogio ai singoli, perché per Raffaele Palladino la serata è merito dell’intero gruppo squadra: “Parlare dei singoli mi sembra molto riduttivo”. Il tecnico ha ribadito che tutti, anche chi è subentrato e chi non ha giocato, sono stati perfetti nella preparazione alla partita, nonostante il solo giorno a disposizione. Una menzione speciale è arrivata comunque per Bernasconi, a cui è stata data l’opportunità di essere titolare, e per Krstovic, entrato in campo al posto di Scamacca con lo spirito richiesto: “ha fatto la guerra, la lotta, ed è quello che gli ho detto prima che entrasse”. Riguardo ai cambi, l’allenatore ha inoltre difeso le scelte di Verona, sottolineando che i cambi non erano per demerito, e ammettendo che forse avrebbe dovuto cambiare tutti dopo il primo tempo. Sperando davvero che quello sia stato soltanto “un episodio”. Palladino si è poi detto “orgoglioso” di Kolasinac (“importante averlo ritrovato, infiamma tutti con i suoi anticipi e le sue giocate”), a cui ha dato molto minutaggio nelle ultime settimane, sottolineando anche la prova di Ahanor, subentrato proprio al bosniaco.

Infine, la serata ha portato anche un momento speciale per il mister: il primo coro a lui dedicato. “Mi sono emozionato”, ha confessato, aggiungendo di non essere tipo da gesti plateali, ma che stavolta se l’è sentita di andare sotto la curva insieme ai ragazzi. “I tifosi sono stati fantastici e li ringraziamo” ha concluso. La vittoria sul Chelsea va certamente celebrata, ma Palladino non dimentica il cammino in campionato. L’Atalanta è ancora indietro e serviranno continuità, compattezza e intensità.

Raffaele Palladino ha bissato a Bergamo il successo ottenuto all’esordio da allenatore in Champions League a Francoforte (Ph: A. Mariani)