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Calcio 30 Settembre 2025di Fabrizio Carcano

Pasalic e Sulemana, il vecchio e il nuovo che avanzano

Ci sono il ‘vecchio’ e il ‘nuovo’ nelle firme della prima vittoria atalantina in questa sua quinta avventura in Champions League. Il vecchio è l’eterno e ancora giovane (appena 30 anni) Mario Pasalic, veterano da sette stagioni in nerazzurro (terzo dietro a De Roon e Djimsiti), l’uomo delle notti di Champions, l’uomo del gol storico che ha portato al primo punto contro il Manchester City sei anni fa, nel novembre 2019, l’uomo della rete illusoria nella serata di Lisbona del quarto di finale contro il Paris St Germain nell’agosto 2020, l’uomo di altri gol pesanti, come quella al Liverpool ad Anfield Road (era in Europa League) e Di tante altre notti europee. Il jolly che gioca ovunque, mediano, interno, trequartista, in passato anche attaccante all’occorrenza: segna un gol ogni cinque partite da quando è a Bergamo, 51 reti, la maggior parte pesantissime. Eroe della serata: un rigore procurato per il pareggio, l’incornata per la vittoria.

E poi il nuovo che avanza alla velocità da sprinter di Kamaldeen Sulemana, due gol a Torino contro granata e bianconeri, la saetta che ha trafitto il bunker organizzato dal Bruges: l’azione del rigore trovato da Pasalic e trasformato da Samardzic nasce da una sua accelerazione. Poi ‘Dino’ ha sfiorato il 2-1 e ha innescato l’azione finale che ha portato al cross di Samardzic da cui è nato il 2-1. Entrato al posto di Lookman il ghanese ha fatto meglio, come impatto, voglia, velocità: sta diventando un fattore vero per Juric. Il nuovo che avanza e fa vincere. Ma poi serve il vecchio Pasalic, per chiudere il conto.

Kamaldeen “Dino” Sulemana, dopo i due gol segnati in campionato, autore di una prestazione eccellente in Champions, culminata con il calcio di rigore guadagnato contro il Club Brugge, valso il pareggio con la trasformazione di Samardzic (Ph: A. Mariani)