Un’attesa lunghissima, come da consolidata tradizione di Spa-Francorchamps, per trovare al traguardo la conferma sul nome forte su cui puntare per la corsa al titolo di campione del mondo 2025. Il Gran Premio del Belgio va infatti al solito Oscar Piastri, che sfrutta le frequenti sbavature di Lando Norris per batterlo e guadagnare alcuni importanti punticini sul compagno di squadra che comunque porta la McLaren a una nuova doppietta. Buoni i segnali della Ferrari fresca di aggiornamenti tecnici, e che vede da un lato Charles Leclerc chiudere il podio con un terzo posto leonino e dall’altro Lewis Hamilton inventarsi la rimonta più spettacolare della domenica. E dire che i due piloti del Cavallino optavano per due strategie opposte.
La vera, grande variabile del Gran Premio del Belgio si rivela infatti il meteo: un grande classico della storia di Spa. Al momento previsto della partenza si scatena infatti il classico acquazzone sul circuito delle Ardenne, a conferma del fatto che gli spostamenti nel calendario da aprile a fine agosto, come il più recente nella seconda metà di luglio, a poco servono. Ci sarebbe invece da riflettere su gomme e aerodinamica delle vetture: con i regolamenti attuali, gli pneumatici da bagnato pesante sono inutilizzabili perché alzerebbero barriere d’acqua tali da annullare la visibilità per i piloti. La conseguenza è che la gara deve partire con un’ora e 20 minuti di ritardo: non per la pioggia battente, ma per l’effetto del passaggio delle monoposto sul tracciato.
Questa decisione della direzione di gara, tanto fastidiosa quanto obbligata, spariglia le carte di chi aveva preparato un assetto nella consapevolezza che la gara sarebbe avvenuta sotto la pioggia. È il caso di Kimi Antonelli, sempre nelle retrovie e che alla fine deve accontentarsi del giro più veloce della gara, ma soprattutto di Max Verstappen, che quando il Gran Premio del Belgio può finalmente partire (peraltro dopo ulteriori 4 giri dietro la Safety Car) punta a sfruttare questo vantaggio per infilare Leclerc. Il monegasco della Ferrari però riesce a resistere nella fase più delicata della sua domenica, quella in cui il suo assetto da asciutto è inadeguato, per poi potersi permettere di controllare le operazioni quando ormai non ci sono più tracce d’umido in pista.
Quello che per Verstappen si rivela un problema, invece, per Hamilton si tramuta in opportunità. L’inglese, celebre per le tante imprese compiute nel corso dei decenni a Spa, punta tutto sull’asfalto viscido e compie una piccola, grande impresa. Partito dal diciottesimo posto per il suo errore in qualifica, riesce a recuperare undici posizioni in appena otto giri: dal quinto (quando la Safety Car rientra ai box, lasciando i piloti liberi di correre) al 13° (quello in cui tutti montano le gomme da asciutto al posto di quelle da bagnato). Quella settima posizione resterà il suo piazzamento definitivo, visto che il setting da pioggia lo costringe a concludere alle spalle della comunque lodevole Williams di Alexander Albon. Viste le premesse, però, il primo esame sembra assolutamente passato: la nuova sospensione posteriore della Ferrari, a lungo attesa e finalmente scesa in pista, funziona.
Continua invece a non funzionare qualcosa nel piede e soprattutto nella mente di Norris. Rilanciato dalle vittorie in Austria e nella «sua» Silverstone, il britannico sembrava poter dare un’ulteriore spallata a Piastri anche a Spa: nella sua «seconda patria» (la madre è nata proprio nelle Fiandre, rendendolo mezzo belga) l’inizio era stato estremamente promettente con un’ottima pole position. Peccato che Lando in gara sbagli ogni volta che si può. Intanto alla primissima curva dopo la partenza lanciata, con una sbandata a La Source che permette al compagno di infilarlo già sul rettilineo del Kemmel. Poi arrivano un lungo a Pouhon, uno spiattellamento al Bus Stop, un pit stop lento e un’ulteriore sbavatura sempre a La Source, oltre a un doppiaggio difficoltoso su Hadjar che agli appassionati di vecchia data potrebbe ricordare ciò che avvenne a Jean Alesi con Brundle al Nürburgring nel 1995, consegnando la vittoria a Michael Schumacher. E questo potrebbe essere un paragone piuttosto fedele sulla lucidità dei due attuali contendenti al titolo, più che sulla loro classe. Ora i punti di differenza tra i due tornano ad essere 16, da 8 che erano diventati nell’ultimo mese. E tutto sembra essere tornato come prima, Ferrari a parte: a Maranello, infatti, i miglioramenti sembrano davvero funzionare e promettere una svolta reale. Finalmente.
Oscar Piastri ha portato a 16 i punti di vantaggio su Lando Norris (credits: McLaren)