Sembrava poter essere l’ormai consueto weekend a tinte uniche BMW, con Toprak Razgatlioglu unico mattatore di una Superbike ampiamente nelle sue mani. E invece il weekend di Aragon sovverte i pronostici, con la Ducati capace di sovvertire i pronostici grazie a un Nicolò Bulega tirato a lucido e che in una domenica quasi perfetta risponde al turco con una doppietta che mantiene aperto il discorso mondiale proprio quando e dove sembrava doversi chiudere. Nel fine settimana spagnolo si rivedono ad alti livelli anche due big come Andrea Iannone e Jonathan Rea, quest’ultimo in grado di mettere per una volta parzialmente in ombra in casa Yamaha il metronomo Andrea Locatelli. Il bergamasco non tradisce mai e taglia sempre il traguardo a ridosso dei protagonisti, perdendo però occasionalmente i panni del primo portacolori della casa nipponica.
La verità è che anche il weekend di Aragon era partito come tutti quelli che lo hanno preceduto. Al sabato Gara 1 aveva infatti regalato la solita prestazione da urlo di un Razgatlioglu che sembra quasi troppo grande per una SBK che non riesce a tenerne il passo. Il turco della BMW era nell’occasione arrivato a tredici vittorie di fila, quindici nelle ultime sedici gare. Numeri quasi irreali, con il povero Bulega che ancora una volta provava a fare i salti mortali per raccogliere le briciole. Nonostante una Panigale V4 R che in terra spagnola prometteva sfracelli, l’emiliano è solo riuscito a mettersi negli scarichi del grande rivale senza riuscire ancora una volta a batterlo. Ma che il momento per attaccare la BMW fosse quello giusto era dimostrato dalle quattro Ducati nei primi sei posti e dalla scomparsa dai vertici di Michael van der Mark, decimo in sella all’altra moto ufficiale della casa bavarese. Prima Yamaha, ancora una volta, era invece quella del solito Locatelli: per lui solo settimo posto, ma il primo degli altri. «Alla fine, lasciatemelo dire, la gara ha avuto alcuni aspetti positivi – aveva commentato il selvinese -. Per i primi due terzi della distanza sono stato veloce, ma poi abbiamo avuto grosse difficoltà con il posteriore. Recuperare alcune posizioni e finire settimo è stato positivo, ma il mio intento era restare il più possibile vicino ai primi e lottare per la Top 5. Purtroppo nel finale ci sono stati questi problemi di aderenza, ma mi concentro sugli aspetti positivi. Nei primi dieci giri siamo andati davvero forte, senza compiere errori. Ora cerchiamo di trarre il meglio dalla moto». Il weekend, tuttavia, era ancora lungo.
Già la Superpole Race della domenica racconta infatti una storia dal finale diverso. Gli elementi sono gli stessi: Razgatlioglu davanti e Bulega che prova a mettergli i bastoni tra le ruote. Stavolta però la missione va a compimento, e lo fa nel modo migliore per chi nello sport ama le sfide all’ultimo respiro e le battaglie senza risparmio di colpi. Il sorpasso decisivo per la vittoria della Ducati arriva infatti all’ultima curva dell’ultimo giro, con il turco che addirittura nel parco chiuso si sofferma sulla moto del rivale sottolineandone qualità tecniche e financo estetiche. La realtà è che il mezzo ha risposto alla grande, ma buona parte dei meriti vanno al pilota. Che sicuramente non può dire di aver riaperto il campionato, ma con il successo di Aragon scioglie un incantesimo che durava da maggio. Ossia dalla sua ultima vittoria, che risaliva ancora ai tempi di Most. Ma che a Borgo Panigale si faccia sul serio lo confermano il terzo posto di un rinato Alvaro Bautista e il quarto di Andrea Iannone, finalmente efficace come nei giorni migliori. In ombra invece Locatelli, dodicesimo e battuto non solo dal compagno di squadra Rea (ottavo), ma anche dai fratelli Lowes, da Petrucci, van der Mark, Vierge e Bassani.
L’exploit di Bulega e Ducati però non si rivela isolato. L’accoppiata italiana regala infatti il bis in Gara-2, che si conclude con lo stesso podio del mattino. Ma gli 8 punti recuperati nei confronti di Razgatlioglu valgono molto più di quanto la classifica racconti, perché creano un abbrivio che potrebbe realmente intaccare le certezze di un dominatore della classifica forse già concentrato sul suo futuro in MotoGP prima ancora di regalare il titolo a se stesso e a una BMW che comunque si trovano in testa alla classifica con un vantaggio di appena 36 punti, quando in palio ce ne sono ancora 124. Soprattutto, però, nella gara lunga il distacco del turco supera i 3 secondi e certifica una grinta da parte del suo grande rivale che da settimane non si percepiva più. La sua vittoria non è stata peraltro frutto di un assolo, ma è maturata in una battaglia con il coltello tra i denti nei primi giri. Che ha visto però prevalere l’accoppiata italiana. Una domenica per palati fini, come confermato anche dal quarto posto di un Rea mai quest’anno così a proprio agio. Peccato che ormai sia ufficiale il suo ritiro in vista della prossima stagione, con Locatelli sempre più al centro del progetto Yamaha nonostante una giornata difficile se non altro conclusa con il settimo posto anche in Gara-2. «Oggi per me è stata una giornata difficile – ha ammesso il pilota di Selvino -. Dopo ieri ero abbastanza ottimista sulle possibilità di migliorare la moto e progredire prestazioni e risultati. Alla fine dei conti, però, oggi è stata ancora più complicata. Dobbiamo guardare avanti e dimenticare in fretta questo weekend. Ieri ho provato a restare nel gruppo di testa, ma non ci sono riuscito a causa del grip dell’anteriore. Oggi invece ero nei guai sia con la gomma davanti che con quella dietro. Quantomeno abbiamo retto il colpo, ora guardiamo avanti. Anche perché andremo ad Estoril, pista dove in passato siamo andati molto bene. E anche quest’anno daremo il massimo».
Andrea Locatelli sul circuito di Aragon (credits: Pata Yamaha WorldSBK Official Team)