Giorgio Scalvini è tornato in campo 173 giorni dopo l’infortunio al ginocchio sinistro e il suo approccio ai microfoni di SkySport e Dazn è pacato al punto da farlo somigliare molto a Sinner. Felicità ed emozioni si mescolano e quanto dichiara finisce per raccontare il lungo periodo vissuto in preparazione del suo ritorno, che equivale – per sua stessa ammissione – quasi come un secondo esordio. “Sono stati mesi molto duri e lunghi. Non vedevo l’ora di tornare. Già da alcune settimane mi alleno con la squadra. Adesso bisogna tornare a spingere e lavorare“. Pungolato sulla parola “scudetto”, Scalvini mantiene il suo aplomb. “Come dice il mister, dobbiamo pensare partita dopo partita e concentrarci sul presente e questo ci consente di fare bene”. Ciò che ammette essere evidente è la grande intensità che egli vede accresciuta nella squadra. “Abbiamo più qualità, giochiamo meglio in fase di disimpegno e siamo più solidi a livello difensivo”.
Nella sala stampa del Tardini, Scalvini ha spiegato che con lo staff e il dottore che lo segue era stata prevista questa tempistica di recupero e di essere in anticipo di una settimana. Una difesa che sarà forte sicuramente con il suo ritorno, ma anche con il recupero a breve di Djimsiti e Kolasinac, mentre è rimasto molto bene impressionato da Kossounou, che Scalvini definisce “un ottimo ragazzo e un grande giocatore”, aggiungendo che “avere gente così in squadra fa bene”. Quando gli è toccato subentrare, mancavano otto minuti al 90esimo. Ha preso il posto di Rafael Toloi, che ha giocato la prima da titolare in questa stagione. Uno scambio che dice molto dell’uno e dell’altro. Con il tempo di recupero, Scalvini è rimasto sul terreno di gioco 12 minuti contrastando efficacemente e con sicurezza gli avversari.
Europeo saltato? Chissà come sarebbe stato senza l’infortunio? “Avrei dato certamente il massimo e in ogni caso penso sarebbe stata una bellissima esperienza. Ma ora devo pensare al presente“. Una saggia chiusura.