Nessuno si aspettava, Gian Piero Gasperini in primis, che la sua Atalanta facesse così male in casa. Appena 18 punti conquistati in 16 partite di campionato al Gewiss Stadium fotografano un rendimento magrissimo rispetto a quanto di buono la squadra è riuscita a fare lontano da Bergamo. Almeno fino a quando non si è inanellata la crisi piena di risultati. Se poi si aggiungono le sconfitte interne con Villareal, costata l’uscita dalla Champions, con il Lipsia nei quarti di Europa League dopo la buona prestazione in terra tedesca, e con la Fiorentina in Coppa Italia, seppure viziata da un evidente errore combinato tra arbitro e Var in occasione del gol viola segnato in offside, il ruolino di marcia stagionale non è quello della grande Atalanta dell’era Gasperini. Rispetto a quanto ci aveva fatto vedere in passato, sostanzialmente la squadra ha segnato molto meno, tant’è che in più occasioni la prolificità offensiva ha ovviato ai gol presi. Solo chi è di memoria corta ha rimosso le non poche rimonte riuscite soprattutto in casa. L’analisi di quanto avvenuto nel 2022 deve tenere conto sia degli svarioni e dei gol mancati, ma anche di interpretazioni arbitrali che hanno segnato negativamente i risultati, partendo dal gol annullato a Malinovskyi a Firenze per arrivare alla mancata espulsione di Gunter (secondo giallo che sarebbe stato sacrosanto), salvato dal suo allenatore Tudor che lo ha richiamato in panchina. Non sono giustificativi, ma gli episodi concorrono a segnare il cammino di una squadra. Che, occorre riconoscerlo, ha perso brillantezza e, pure capace di dare intensità ma solo a tratti, non è più così incisiva. Alcuni giocatori rischiano di scomparire anzitempo dai radar perché, evidentemente, non offrono garanzie atletiche. Nel contempo, gli infortuni muscolari hanno segnato la stagione di vere colonne della rosa atalantina. E’ sbocciato Scalvini, un predestinato, e potrebbe farlo Cissé, che dopo il gol partita di Bologna continua a fare centro nella sua Primavera. Cittadini è lì affacciato sul belvedere della prima squadra. Ma ora, con sei partite da giocare compresa la trasferta alla penultima con il Milan, si deve chiudere facendo non solo bene, ma meglio. L’Atalanta di Gasperini si è sempre rialzata e promette di farlo anche in questa circostanza. La ripresa degli allenamenti in vista dell’anticipo con il Venezia mette ancora l’allenatore di fronte alla necessità di gestire gli infortuni. Da valutare i flessori di Freuler e Toloi, lo stato del ginocchio destro di Malinovskyi e i tempi di ripresa di Maehle dopo l’appendicectomia. La zona Europa League è più lontana, ma aritmeticamente ancora raggiungibile. Se, ovviamente, alla serie di sconfitte seguirà un filotto di vittorie. Mai facile pronosticarle, possibile ottenerle se la squadra ritroverà i meccanismi che le permettono di ingabbiare gli avversari e giocare nella loro metà campo, riuscendo a finalizzare le occasioni create.
Gian Piero Gasperini prepara il finale di stagione ancora alle prese con infortuni (Ph: A. Mariani)