Calcio

Tanti fattori per salire sul treno per l’Europa

15 Maggio 2023

Fabio Gennari

La sconfitta di Salerno è una colossale occasione mancata per l’Atalanta di Gian Piero Gasperini. Facendo 3 punti all’Arechi la Dea avrebbe agganciato il Milan e allontanato di due punti la Roma, nulla di definitivo ovviamente così come non lo è il momentaneo piazzamento al settimo posto ad un punto dai giallorossi e sempre con quel punto che manca per staccare definitivamente Fiorentina, Monza e Torino che inseguono a -9. Il primo tempo aveva anche detto bene agli orobici, ma il gol di Candreva nel finale ha riacceso la fiamma della delusione per un cammino che poteva essere diverso e invece terrà incollati i tifosi della Dea a diverse situazioni fino al termine della stagione. 
L’analisi del momento è semplice, la squadra perde pezzi per infortunio e da 10 giornate di fila l’Atalanta prende gol: se davanti si resta a secco come contro la Juventus e in casa della Salernitana, normale perdere. Sabato 20 maggio alle 18, senza l’apporto della Curva Pisani (l’Atalanta, lette le carte, ha deciso di non inoltrare ricorso contro la squalifica per i cori a Vlahovic), i bergamaschi dovranno vedersela con un Verona che lotta per non retrocedere e domenica ha perso una gara importantissima in casa contro il Torino. La partita della qualificazione alle Coppe si gioca su un triplo fronte: quello del campo che vede impegnata la Dea, la finale di Coppa Italia e le decisioni della Giustizia Sportiva sulla Juventus. Nel primo caso, la Dea ha 3 partite per fare almeno 1 punto e garantirsi il settimo posto. Quando questo piazzamento valga lo scopriremo tra il 22 e il 24 maggio, i giorni della nuova udienza per la penalizzazione alla Juventus e della finale di Coppa Italia tra Inter e Fiorentina. Se non vince la squadra toscana, l’Atalanta da settima è certa di fare almeno la Conference League. Ma se alla Juventus rifilassero un’altra stangata, ecco che quel settimo posto potrebbe anche diventare qualcosa di meglio. Sempre in attesa degli ultimi 270 minuti di gara. Delusione per Salerno a parte, c’è ancora molto da battagliare.

Gian Piero Gasperini con Paulo Sousa prima del calcio d’inizio del match a Salerno (Ph: A. Mariani)