Filippo Tortu mirava alto nella finale dei 200 metri, voleva emulare Pietro Mennea ultimo italiano trionfatore sulla distanza a livello continentale. Si deve accontentare della medaglia di bronzo, alle spalle dei britannici Hughes e Mitchell-Blake, bruciati un anno fa nella 4×100 olimpionica che per scelte strane è rimasta fuori dalla finale europea. Tortu con il tempo di 20”27 rimane sopra il suo personale di 20”10, fatto segnare ai recenti mondiale in Oregon, che non sarebbe bastato a chiudere davanti a Hughes (20”07). Ciò che conta è l’essere stato capace di rimontare l’altro britannico Dobson, impedendo una tripletta che avrebbe avuto il sapore della beffa. L’ultimo gradino del podio, comunque, non lo accontenta e Filippo Tortu non lo nasconde. Dovrà fare tesoro e soppesare bene la medaglia di bronzo, che riveste un valore sportivo enorme, come ha insegnato in carriera Pietro Mennea al quale si ispira. Gli allenamenti nel tunnel di via Gleno a Bergamo hanno contribuito a forgiare il velocista capace di scendere per primo, tra gli italiani, sotto i 10”. L’avvento di Marcell Jacobs lo ha convinto a puntare sulla distanza doppia. L’impressione è che i margini di miglioramento possano portarlo ad abbattere il muro dei 20” per entrare definitivamente nell’elite mondiale. Occorre ricordare che sono trascorsi 44 anni dall’oro conquistato da Mennea a Praga sui 200 metri. L’appuntamento per Tortu è solo rimandato agli Europei di Roma 2024.
Filippo Tortu sul gradino più basso del podio europeo dei 200 metri (credits: Colombo/Fidal)