“Università, sport e città”, l’Università di Bergamo va di corsa. In tutti i sensi. Nell’Aula Magna in Piazza S.Agostino sono saliti in cattedra gli staffettisti azzurri: Filippo Tortu, Anna Bongiorni, Alessia Pavese e, in collegamento, Roberto Rigali. Quattro degli otto protagonisti che hanno fatto grande l’Italia anche agli ultimi Mondiali di Budapest. Un’opportunità dal peso specifico notevolissimo che ha permesso agli studenti di apprezzare ulteriormente campioni, ma soprattutto ragazzi con la “r maiuscola”, sintesi perfetta di concetto di squadra.
A tenere le redini della serata il prof. Francesco Lo Monaco (Delegato del Rettore per le attività Sportive e i rapporti con il Cus) ed il prof. Antonio Borgogni (Presidente del Consiglio Unificato dei corsi di studio in Scienze Motorie e Sportive), ad aprire il Rettore Sergio Cavalieri: “Università, sport e città è un percorso circolare che portiamo avanti da diversi anni. Tre sfere all’apparenza lontane, in realtà molto vicine e con Dual Career stiamo vedendo i frutti dello sport abbinato allo studio”. Presente anche Stefano Pietrosanto, Col. t.SPEF della Guardia di Finanza (“L’Accademia è centrata sul trittico sapere, saper fare, saper essere ovvero i nostri tre pilastri. Vogliamo far crescere i ragazzi dal punto di vista fisico, ma che temprino il carattere”) cosi come Giorgia Gandossi, delegata Sport della Provincia di Bergamo (“Un orgoglio avere sul territorio un ateneo all’avanguardia. L’università e studio devono essere due rette che vanno di pari passo”), Pompeo Leone, Segretario Generale del Cusi (“Se si vuole vincere si gareggia da soli, per andare lontano serve la squadra”) ed Alessandra Gallone, consigliera del Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini (“Chi fa sport a livello agonistico è anche un messaggero di cultura e di buone pratiche di vita. Il progetto Dual Career va potenziato”). La proiezione delle due staffette iridate a Budapest, perfetto corollario di un appuntamento che ha dato l’esatta percezione della totale sintonia tra gli atleti nonché della forza del gruppo declinata fuori e dentro la pista. Come conferma Filippo Tortu: “Ci siamo sempre considerati velocisti individuali, invece sentirsi parte di una squadra ti faccia mettere la tua vita su dei binari. Guardando i tempi individuali siamo più scarsi di tanti avversari, ma la voglia di sacrificarsi per i compagni fa e ha fatto la differenza. Per formare una squadra non basta mettere quattro persone in un stanza. Abbiamo raggiunto dei risultati che, fino a qualche tempo fa, credevamo impensabili”. Un concetto che aveva aperto anche l’intervento di Anna Bongiorni, portacolori dei Carabinieri: “Abbiamo cercato di ricreare nella squadra A il clima che ci aveva trascinato in ambito giovanile. Non per nulla per il primo anno abbiamo vinto la Coppa Europa. Lo studio? Non c’era Dual Career. Sei anni di Medicina, tanta passione per lo sport e per lo studio ma anche compagni di corso straordinari senza i quali non avrei raggiunto gli obiettivi sui libri”. Alessia Pavese, portacolori dell’Aeronautica e velocista di Villa di Serio, ha evidenziato quanto talvolta “la collaborazione e la comprensione degli insegnanti sia mancata rispetto agli impegni sportivi. Non ho potuto contare su Dual Career dunque, essendo una ragazza che pretende sempre il 120%, ho congelato il discorso. Budapest? La batteria e la finale dei maschi ci hanno garantito una carica pazzesca. Siamo una squadra vera”. Roberto Rigali, nativo di Borno, orobico d’adozione per la militanza nella “Bergamo Stars” nonché studente presso la nostra università, seppur in collegamento da Roma, ha dato un saggio dell’intesa e dell’amicizia in particolare con il suo compagno di stanza Filippo Tortu con cui ha condiviso anche le vacanze estive. “A Budapest gli americani forse nemmeno si conoscevano tra loro. Noi abbiamo fatto capire quanto il collettivo abbia fatto la differenza. E ci voleva questo evento per far mettere la giacca al mio allenatore Alberto Barbera che prima ha simpaticamente risposto per le rime (“Avrebbero voluto farti intervenire per primo, ma sei arrivato ancora secondo”) per poi lanciare un messaggio apprezzatissimo anche dalla platea: “Vedo della bella gioventù. Non bisogna denigrare i giovani. Tortu ha fatto scattare la scintilla per tutti gli altri, è un traino per tutti, una figura positiva”. E la serata, con il Cus a fare da motore, ne è stata la prova provata.
Alessia Pavese, Filippo Tortu e Anna Bongiorni (in prima fila), con il rettore UniBG Sergio Cavalieri e le autorità civili e militari e rappresentanti dell’ateneo nell’aula magna di Sant’Agostino (Ph: Pernice Editori)