L’11 ottobre non è una data qualsiasi. Dal 2012, infatti, si celebra la Giornata internazionale delle giovani ragazze, istituita dalle Nazioni Unite per richiamare l’attenzione sui diritti. È un momento per riflettere sull’importanza dell’educazione, dell’uguaglianza e delle opportunità, ma anche per riconoscere il potere dello sport come strumento di emancipazione. Sebbene questa giornata non sia nata con una connotazione sportiva, il legame con l’attività fisica e con i valori che essa trasmette è sempre più evidente. Come sottolinea l’UNRIC (Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite), garantire alle ragazze l’accesso allo sport significa promuovere il loro benessere fisico e mentale, oltre che la loro partecipazione attiva nella società.
Un esempio concreto di questo cambiamento arriva dal mondo olimpico: le Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali del 2026, in programma tra Milano e Cortina, si preannunciano come i Giochi più equilibrati di sempre. I numeri parlano chiaro: oltre 1.360 atlete su circa 2.900 partecipanti complessivi, una proporzione mai raggiunta prima. Su 116 competizioni, ben 50 saranno femminili, pari al 47% del programma. Questi dati non rappresentano solo un traguardo statistico, ma il simbolo di un profondo cambiamento culturale. Lo sport, storicamente considerato un terreno prevalentemente maschile, sta finalmente diventando un campo di opportunità equo, dove il talento e l’impegno contano più del genere. Le Olimpiadi 2026 promettono di lasciare un’eredità importante non solo nei luoghi che le ospiteranno, ma anche nel modo in cui le nuove generazioni guarderanno allo sport, ovvero come a un diritto.
In questa Giornata internazionale delle ragazze, lo sport lancia dunque un messaggio forte e chiaro: ogni ragazza deve poter compiere la propria gara, dentro e fuori dal campo. Perché quando una ragazza può scegliere liberamente di giocare, studiare, allenarsi e sognare, prevalgono i diritti umani e vince tutta la società civile.
Il contingente azzurro di atlete olimpiche e paralimpiche mai così nutrito come ai Giochi di Milano Cortina 2026 (photocredits: FISI)