Come molto spesso accade, sono i gesti più semplici a scatenare grandi reazioni. Il segreto, in questi casi, è fermarsi un attimo e osservare. Senza giudicare, senza ipotizzare, senza fantasticare. Osservare. Con grande umiltà. E osservando la situazione Lookman, perchè chiamarla telenovela sente troppo di soap opera romanzata, ci sono alcuni paletti che sono impossibili da spostare. Anche se qualcuno cerca di addobbarli con le ghirlande delle ricostruzioni, le pailettes che abbagliano ma non nascondono.
L’Inter è interessata a Lookman, l’Atalanta non lo considera incedibile e l’amministratore delegato Luca Percassi ha detto, non più tardi di due giorni fa, che il ragazzo vuole andare via. L’Inter ha presentato un’offerta da 42 milioni più 3 di bonus per l’acquisto a titolo definitivo e l’Atalanta, dopo averci pensato 3 giorni, ha detto di no. Non ha dichiarato che il giocatore non è sul mercato, non ha fatto valutazioni pubbliche sull’offerta, non si è indignata e nemmeno ha alzato i toni. Ha, semplicemente, detto “no, grazie: l’offerta non è accettata”.
Il tema è molto facile da comprendere se non hai le fette di salame sugli occhi. Personifichiamo: io ho qualcosa che ritengo prezioso, tu mi offri una cifra per comprarlo ma io non mi considero soddisfatto di quanto mi proponi e quindi dico di no. È sacrosanto poter dire di no. È giusto poter dire di no. Non ti devi arrabbiare, voglio di più e anche se non ti ho detto quanto voglio (perchè i 50 milioni di cui tanti parlano sono una cifra che l’Atalanta non ha mai chiesto all’Inter), se vuoi averlo alzi l’offerta. Poi vediamo se mi va bene.
In mezzo c’è un ragazzo che fino a ieri mattina ha svolto lavoro individuale da grande professionista. Non è stato convocato per Lipsia, Ademola Lookman, perché non ha ancora superato il suo infortunio al polpaccio. Dopo la comunicazione del rifiuto dell’offerta, il numero 11 nerazzurro ha tolto (lui o chi per lui) tutte le foto che lo ritraevano con la maglia della Dea dai suoi social, l’immagine del profilo dove prima c’era l’eroe di Dublino (tripletta in finale di Europa League) adesso è avvolta da un nero che più nero non si può. Peccato, Ademola, togliendo le immagini in salsa atalantina dal profilo sono spariti sorrisi, gol e l’unico trofeo che hai in bacheca. La scelta, in questo momento, non pare la migliore.
Proviamo ad andare oltre, a capire ora cosa può succedere. E diciamo subito una cosa importante: bisogna aspettare. Perché non c’è strategia, non c’è da far sapere ai giornali che l’Atalanta lo ha dichiarato incedibile (quando non è vero) così da avere una posizione di forza se alzi l’offerta o se ti ritiri dalla corsa. Non c’è altro da fare che riprovarci, caro Marotta. Se l’Inter vuole Lookman deve aumentare la sua offerta. Di quanto? Chi lo sa. Quando? Difficile stabilirlo. L’Atalanta con Lookman ha un contratto fino al 2027 con opzione per un altro anno, Lookman con l’Atalanta ha gli stessi vincoli. Il “cerino” adesso è in mano al giocatore, di rimbalzo anche a chi vorrebbe acquistarlo. L’Atalanta ha fatto una cosa semplice, nonostante il baccano della grancassa mediatica che aveva già spedito il nigeriano alla Pinetina. L’Atalanta ha detto “no, grazie”. L’Atalanta ha fatto quello che ha voluto fare. L’Atalanta merita rispetto. E con lei tutta la sua gente, in campo e sui social.
Luca Percassi, amministratore delegato Atalanta (Ph: A. Mariani)