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Outdoor 8 Maggio 2025di Marco Enzo Venturini

Giro d’Italia 2025 senza Pogacar e Evenepoel

Il Giro d’Italia si prepara a inaugurare la sua edizione numero 108 con una partenza storica, fissata per la prima volta in Albania. La kermesse nel tempo ha abituato i suoi fan e in generale quelli del ciclismo a visitare Paesi esteri (è già successo 14 volte), nemmeno necessariamente confinanti con lo Stivale. Mai però si era optato per il Paese balcanico, che già ha mostrato tutto il suo affetto alla Carovana Rosa che nel frattempo ha raggiunto Tirana priva di nomi di altissimo livello come Tadej Pogacar, Jonas Vingegaard o Remco Evenepoel. Come da tradizione non mancheranno i bergamaschi, in continuità con una tradizione che annovera nomi leggendari come Antonio Pesenti, Felice Gimondi, Ivan Gotti e Paolo Savoldelli: quattro grandi protagonisti della bicicletta che nel corso dei decenni sono riusciti a vincere la corsa a tappe più prestigiosa del Belpaese. Nel 2025 è il turno di Mattia Cattaneo, Fausto Masnada, Kevin Colleoni e Lorenzo Milesi, sulla carta tutti potenziali comprimari, o al massimo gregari di capitani più celebrati di loro. Ma attenzione: in origine lo era anche Ivan Gotti di Evgenij Berzin, mentre Paolo Savoldelli vinse il suo primo Giro nel 2002 contro ogni pronostico.

Si parte venerdì 9 maggio, con la tappa che andrà da Durazzo a Tirana. La capitale dell’Albania ospiterà poi il giorno successivo la prima prova a cronometro, che potenzialmente potrebbe consegnare la prima maglia rosa a uno dei big iscritti in gara. Il fine settimana terminerà quindi a Valona, per poi cominciare il successivo martedì il Giro d’Italia… in Italia: attraversato l’Adriatico, si parte da Alberobello per risalire fino al Sestrière e chiudere i giochi non nella tradizionale location di Milano, ma a Roma. Sarà il 1° giugno.

Due – inevitabilmente – sono le domande che gli appassionati si pongono prima dell’inizio delle competizioni: quanto suggestivo, complesso e spettacolare sia il percorso di quest’anno e chi siano i grandi favoriti a presentarsi a Roma indossando l’ambita Maglia Rosa. Ebbene, partiamo da chi non c’è: Tadej Pogacar, che il Giro d’Italia lo ha vinto nel 2024 e che quindi potremmo definire il «campione uscente», non sarà ai nastri di partenza. Assenti anche Jonas Vingegaard (vincitore del Tour de France nel 2022 e nel 2023, vittima di una dolorosa e pericolosissima caduta al Giro dei Paesi Baschi di un anno fa) e Remco Evenepoel (due ori olimpici a Parigi 2024, ma fermato da un grave incidente lo scorso dicembre). Candidato numero uno ad aggiudicarsi il Giro del 2025 è quindi il vincitore del 2023: Primoz Roglic. Ma occhio alle sorprese.

Sono infatti diversi i nomi da tenere sott’occhio, da Wout Van Aert (quasi implacabile a cronometro, ma temibile anche in scalata) a un pool di vecchie volpi come Mikel Landa, Egan Bernal e Richard Carapaz (questi ultimi vincitori del Giro rispettivamente nel 2021 e nel 2019, e in netta ripresa dopo anni difficili). O Dani Martinez, che nel 2024 arrivò secondo dietro a Pogacar e quest’anno ci potrebbe riprovare. Una prospettiva che qualcuno potrebbe escludere, in virtù del fatto che corre con gli stessi colori di Roglic: a chi pensa questo si potrebbe ricordare il precedente del 2000, con Marco Pantani che strada facendo divenne gregario di Stefano Garzelli invertendo i ruoli assegnati ai due qualche settimana prima. E attenzione alla cabala: oggi, come allora, siamo in un anno giubilare e la penultima tappa si conclude al Sestrière.

Non mancano poi giovani rampanti come Juan Ayuso, Thomas Pidcock e soprattutto il 23enne Antonio Tiberi, forse principale speranza tricolore al via. Con lui sicuramente Giulio Ciccone, atteso alla definitiva consacrazione dopo anni di grande speranze, e – perché no – i vari Ulissi, Frigo o Scaroni. Senza dimenticare il ciclista «meno giovane» al via: quel 37enne Damiano Caruso che in realtà dovrebbe correre soprattutto per il compagno Tiberi. Ma, in tema di veterani, è anche interessante notare che Roglic punta a un record che resiste dal 1955: se vincesse la Maglia Rosa, sarebbe più vecchio di Fiorenzo Magni che all’epoca aveva 34 anni e 5 mesi (lo sloveno ha ampiamente superato i 35).

L’impresa non sarà facile per nessuno. Il Giro d’Italia 2025, che presenterà un dislivello complessivo di ben 52.350 metri, è caratterizzato da sette volate e durissimi tapponi di montagna che attraversano Monte Grappa, Mortirolo, Col de Joux e l’epica Cima Coppi al Colle delle Finestre. Insomma: chiunque riesca a prevalere, se la vedrà con alcune delle sfide più complesse che le nostre strade alpine offrano. Lo sanno anche Cattaneo, Masnada, Colleoni e Milesi, i bergamaschi della Corsa Rosa di quest’anno. Nessuno di loro ha ambizioni di classifica, ma la storia della Corsa Rosa è piena di imprese che hanno sovvertito ogni pronostico. È il bello del ciclismo, e il quartetto orobico del 2025 ne è perfettamente consapevole.

Il trofeo del vincitore del Giro d’Italia in Albania, durante la cerimonia di presentazione delle squadre (credits: giroditalia.it)