Una Ferrari combattiva prova a rialzare la testa, ma ancora non basta. Il Gran Premio del Bahrain si conclude con un quarto e un quinto posto, e la lunga attesa per scoprire se Charles Leclerc potesse ottenere il podio ai danni di George Russell (classificatosi secondo, ma reo di utilizzo del DRS fuori dai limiti del regolamento). Alla fine però la penalità non arriva e, nella domenica contraddistinta da un nuovo trionfo di Oscar Piastri, a Maranello gli umori sono quantomeno contrastanti.
A Sakhir, su una pista più favorevole alle caratteristiche della SF-25 rispetto a quelle che l’hanno preceduta, l’occasione di fare bene c’era. Tanto più che Leclerc aveva la possibilità di partire dalla prima fila grazie alla sua grande prestazione in qualifica, una penalità a Russell e anche il flop di un Lando Norris che continua a non convincere del tutto. Il muretto Ferrari opta però per una strategia opposta rispetto a tutte le rivali: sulla griglia di partenza le due Rosse montano gomme a mescola media, contro le soft di chi segue e precede. Risultato: la partenza del monegasco è complicatissima, con Russell e Norris che ne approfittano e passano.
L’aspettativa generale è quindi di una Ferrari che possa aumentare la propria competitività a gara in corso, e in parte così avviene. Leclerc però insiste con il team nel voler applicare un «piano D» invece del «B» che gli viene suggerito e che poi i meccanici applicano: sulla Ferrari numero 16 vengono quindi montate altre gomme medie, come quelle degli avversari. I 7 giri di vantaggio bastano però ad autorizzare sogni di gloria, visto che la Rossa riesce a raggiungere e superare un Norris in confusione dopo aver addirittura sbagliato il punto della pista da cui far partire la sua McLaren al via. La sua crisi è superata solo da quella di Verstappen, che con le gomme hard subisce un sorpasso sensazionale da Kimi Antonelli nello «snake» e fatica anche solo a tenere il ritmo della Haas dell’ottimo Ocon.
La svolta in negativo per una Ferrari finalmente in forma si concretizza al giro 32, quando i troppi detriti presenti in pista rendono necessario l’ingresso della Safety Car: si riparte con Piastri primo, davanti a Russell e Leclerc. A seguire, Norris e Hamilton. Ma le gomme sono ancora una volta diverse per tutti: soft per la Mercedes, medie per le McLaren, hard per le Ferrari. Che inevitabilmente vanno in difficoltà, con le speranze di recuperare smalto a fine gara che via via sono vanificate dalla realtà dei fatti.
Così Leclerc non riesce a resistere al recupero di Norris, che pure ci mette sei giri a completare il sorpasso. Poi spera nel crollo di chi lo precede, ma le soft di Russell tengono fino alla fine. Il britannico deve peraltro fare i conti con un guasto generale alla centralina elettronica, che gli impedisce tra l’altro il corretto utilizzo del DRS (non più automatico, ma manuale). E proprio l’attivazione del dispositivo in un momento di gara in cui non gli era consentito tiene vive le speranze di podio della Ferrari per ore e ore dopo il termine della gara. Ma alla fine i soli 37 metri di sgarro del pilota, uniti ai motivi del problema, confermano il risultato della pista. Che vede il Cavallino, ancora una volta, inseguire.
Oscar Piastri festeggia la vittoria nel GP del Bahrain (credits: McLaren)