Matteo Ruggeri, che si appresta ad aggregarsi all’Atletico Madrid, è il primo calciatore bergamasco che dalla prima squadra dell’Atalanta passa direttamente a un club straniero. Prima di lui c’era stato Luca Percassi, amministratore delegato Atalanta, trasferitosi però diciassettenne al Chelsea. Un altro bergamasco doc, tra gli altri approdati in campionati esteri, è Rolando Bianchi, che ha calcato i campi della Premier League nella stagione 2007-2008 militando da attaccante nelle file del Manchester City, allora allenato da Sven Goran Eriksson. Cresciuto nel vivaio Atalanta, ci arrivò dopo avere giocato con Cagliari e Reggina.
Quali sono stati i momenti più significativi di quell’esperienza nel campionato inglese?
“I momenti significativi sicuramente quando sono arrivato e il primo gol. È stata un’esperienza che porterò sempre nel cuore perché mi ha permesso di vivere un campionato straniero di livello. È stato un percorso bello, di crescita”.
È stato facile adattarsi al clima della nuova squadra? Quali le differenze rispetto a metodi e abitudini?
“Non è stato difficile adattarsi, è ovvio che all’inizio ci sono delle difficoltà legate alla lingua, nel mio caso avendo studiato l’inglese a livello scolastico. Una volta arrivato lì, ti accorgi che è diverso. Ci sono gli allenamenti diversi, ma le direttive di allenamento c’erano. Adesso è molto più semplice adattarsi ai cambiamenti, perché ormai è tutto molto più europeizzato, mentre prima c’erano differenze più marcate da squadra a squadra. Era un po’ più complesso riuscire ad adattarsi al sistema”.
Cosa ha significato per la tua carriera l’annata al Manchester City? Quali sono stati gli aspetti più positivi?
“La mia carriera è stata molto segnata dall’esperienza al City, perché alla fine è servita per la mia crescita personale, per completare il mio percorso e così ho avuto l’opportunità di conoscere tanti compagni con cui ho un bellissimo rapporto tutt’ora. Un’esperienza di vita importante, anche lavorativa”.
Quale consiglio senti di poter dare a chi sta iniziando un percorso simile al tuo?
“Penso che ora sia più semplice riuscire a inserirsi all’interno di un sistema diverso da quello italiano, perché alla fine in tutti i campionati conosciuti c’è molta più informazione, gli allenatori bene o male sono di valenza internazionale, e tutto questo secondo me rende più facile adattarsi. Oggi diventa importante cercare di imparare subito la lingua, in modo che si riesca a comunicare più rapidamente e agevolmente. Oramai le rose si completano con giocatori di varie nazionalità, il che rende tutto più facile”.
L’esultanza di Rolando Bianchi dopo un gol con la maglia del Manchester City (credits: X @ManCity)